FIRENZE. Nel ricco cast di Inferno capeggiato dalle star Tom Hanks e Felicity Jones, c'è una superdiva che non viene menzionata ma che nella pellicola di Ron Howard la fa da padrona più di qualunque altro attore: Firenze.
Ben metà delle circa due ore in cui si dipana il complicato intreccio del kolossal americano sono state girate in quello scrigno di tesori artistici ed architettonici che è il centro del capoluogo toscano. I fiorentini lo sanno bene, visto che le riprese, lo scorso anno, sono andate avanti settimane e settimane, ed è anche per questo che un entusiastico sindaco Dario Nardella (protagonista tra l'altro di un minicameo alle spalle di Hanks e Jones nel salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio), al termine della preview li «ha ringraziati per la pazienza e la collaborazione dimostrata», definendo al contempo il film «un inno a Firenze».
Ed è proprio con una panoramica della meravigliosa skyline cittadina (con la cupola del Brunelleschi, il campanile di Giotto, la torre di Arnolfo di Palazzo Vecchio, la basilica di Santa Maria Novella offerti con generosità di dettagli all'occhio dello spettatore) che si apre Inferno; da qui in poi, per un'ora buona verrà dato ampio spazio al naturale protagonismo estetico dei più celebri monumenti fiorentini, rendendo così la stessa Firenze «un personaggio vivo», come l'ha definita lo stesso Ron Howard.
C'è il Ponte Vecchio, subito teatro di un inseguimento all'inizio del film; il lussureggiante giardino di Boboli, dove ha luogo una vera e propria caccia all'uomo nei confronti del professor Robert Langdon con tanto di drone in volo, caccia alla quale riesce a sfuggire solo attraverso lanciandosi in un altro leggendario monumento fiorentino, il Corridoio Vasariano, traboccante di tele ed opere d'arte, e poi nei sontuosi corridoi degli Uffizi affollati di visitatori e statue marmoree. Ruolo centrale nell'intreccio lo ha poi Palazzo Vecchio, casa naturale di misteri ed indizi preziosi per la ricerca dell'iconico simbolista interpretato da Tom Hanks.
Come quelli contenuti nella maschera di Dante (fortunatamente tuttora esposta in pianta stabile nel percorso museale dell'antica casa comunale, e non trafugata come succede invece nel film); oppure nel gigantesco affresco vasariano della Battaglia di Scannagallo, combattuta nel 1554 a Marciano della Chiana tra fiorentini e senesi, dove su una bandiera è vergata la scritta 'Cerca trovà, da alcuni interpretata come indizio della presenza sottostante del perduto dipinto di Leonardo 'La battaglia di Anghiarì, e che nella storia raccontata da Inferno assume un significato del tutto peculiare. Ed è sempre in un Salone dei Cinquecento a tinte 'dark' che si svolge una delle scene più forti del film, con uno degli antagonisti condannato a precipitare per tutti i suoi 18 metri di altezza dopo averne sfondato con il proprio corpo in caduta libera i leggendari controsoffitti dorati.
Le peripezie di Langdon proseguono in un altro luogo (letteralmente) di culto dell'arte fiorentina, il Battistero di San Giovanni in piazza del Duomo, ed è sempre a Firenze che, dopo una tappa intermedia a Venezia e il gran finale in Istanbul, trovano il loro lieto fine. L' ultima inquadratura dedica di nuovo un amorevole sguardo ai tesori architettonici del centro storico ammirati tutti insieme dall'alto, con un unico ineliminabile neo: la presenza della titanica gru del cantiere dei nuovi Uffizi, destinata, ancora per diversi anni, a non scomparire dalla skyline della culla del Rinascimento.
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