ROMA. «Non ho mai amato festeggiare i miei compleanni e anche questa volta sarà lo stesso, starò in famiglia, con i miei nipoti», spiega Carla Fracci che compie oggi 80 anni il 20 agosto, pur riconoscendo che «sì, è un traguardo significativo».
Se Bolle è la figura che ha reso pop la danza moderna, lei è la signora, l'etoile, ovvero la stella, o meglio la star che ha fatto conoscere la danza classica, quella romantica volteggiata sulle punte anche se con figure nuove, di cui oggi è l'icona, così come il suo nome è legato alla storia e l'immagine internazionale della Scala.
E poi è moderna nel suo proporsi senza mai arrendersi: incinta del figlio Francesco danzò sino al quinto mese, e oggi, nonostante l'età, con un fisico ancora asciutto e evidentemente elastico, sale ancora impavida in palcoscenico come ha fatto anche questa estate a fine luglio, alla Versiliana, col Balletto del Sud in 'Sherazade e le Mille e una nottè nei panni della Regina del Mare su coreografia di Fredy Franzutti. Beppe Menegatti, suo compagno e sposo, da anni crea regie e spettacoli che le si adattino, oltre ad aver lottato una vita per cercare di far sì che riuscisse ad avere una sua compagnia, magari di ruolo nazionale, senza riuscirvi in un paese dove la danza ha avuto sempre un ruolo un pò di Cenerentola e lei ha sempre vivacemente protestato. Così a 80 anni confessa di avere alcuni rimpianti, tra i quali la mancata direzione del balletto alla Scala, ma anche innumerevoli soddisfazioni, acclamata trionfalmente sui palcoscenici più prestigiosi del mondo come davanti alla grande platea della tv, dove sono indimenticabili i suoi divertiti e divertenti passi di can can con Heather Parisi o il tip tap in trio con le Kessler (anche loto nate oggi di 80 anni fa).
Insomma una vera icona che trova spazio anche sui settimanali più popolari, anche se lei ha sempre difeso la propria vita privata, marito, figlio e nipoti, evitando di dare spazio ai gossip, al massimo facendo entrare i fotografi nella sua bellissima casa milanese, piena di ricordi di una vita dedicata all'arte. Un vero impegno, un allenamento senza risparmiarsi mai alla sbarra per mantenere sciolto il corpo, pur segnato dal tempo, col fascino di un volto dal teatrale profilo neoclassico con le sue belle rughe, stirate da un sorriso elegante, che, tiene a dire, non ha mai voluto far ritoccare da nessuno.
Nata a Milano il 20 agosto del 1936, figlia di un tramviere, comincia a danzare a 10 anni alla scuola della Scala e ha tra i maestri Vera Volkova, diplomandosi nel 1954 e diventando, seguiti alcuni stage internazionali, prima ballerina tre anni dopo. Eppure l'inizio fu «per caso, su suggerimento di una coppia di amici dei genitori, che avevano un parente orchestrale appunto alla Scala di Milano. All'inizio non capivo il senso degli esercizi ripetuti, del sacrificio, dell'impegno totale mentale e fisico sino al dito mignolo» come racconta, riferendosi al giorno in cui, affascinata dalla danza di Margot Fonteyn, vide in una pausa il coreografo avvicinarsi e correggerle la posizione appunto del dito mignolo.
Fino agli anni '70 danza con varie compagnie straniere, dal London Festival Ballet al Royal Ballet, dallo Stuttgart Ballet al Royal Swedish Ballet, essendo dal 1967 artista ospite dell'American Ballet Theatre.
Dagli anni '80 dirige il corpo di ballo del San Carlo, poi dell'Arena di Verona, infine dell'Opera di Roma, dove è rimasta sino al 2010, fedele anche alla amata attività didattica, di attenzione alle giovani leve.
La sua notorietà artistica si lega principalmente alle interpretazioni di ruoli romantici come Giulietta, Swanilda, Francesca da Rimini e soprattutto Giselle, cui ha dato una moderna impronta personale, con i capelli sciolti e un leggerissimo tutù, danzandola con compagni di gran fama, anche se è quella con Erik Bruhn a essere rimasta indimenticabile, tanto che nel 1969 ne venne realizzato un film.
Al suo fianco grandi partner sono stati Rudolf Nureyev, Vladimir Vasiliev, Henning Kronstam, Mikhail Baryshnikov, Amedeo Amodio, Paolo Bortoluzzi. Una fama sempre crescente, una grande popolarità sempre viva. Non è un caso che a lei dedicò una poesia Eugenio Montale, 'La danzatrice stanca', e ancora la fermano per strada non più per un autografo, ma per un selfie, cui non si sottrae, sempre presente al suo tempo, piena di vitalità e spirito, tanto che è andata a teatro a applaudire Virginia Raffaele, autrice di una sua ironica imitazione all'ultimo festival di Sanremo.
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