ROMA. Se Paolo Genovese, con il pluripremiato Perfetti sconosciuti, aveva messo in luce il pericolo dei cellulari per la privacy, propria e degli altri, Cell, facendo un salto nell'horror, fa del telefonino il perfetto e inevitabile untore digitale. Vale a dire, ricevi una telefonata, senti uno strano rumore dall'altra parte e sei morto, o meglio un morto vivente. Il film firmato da Tod Williams (Paranormal Activity 2) con John Cusack, Samuel L. Jackson e Isabelle Fuhrman nella sale italiane da domani distribuito da Notorious Pictures è tratto dall'omonimo romanzo di Stephen King (edito in Italia da Sperling & Kupfer). Questo zombie movie 2.0, perfetto per la calura di luglio che non ferma gli amanti dell'horror, sceglie insomma lo strumento più comune (nel mondo ci sono sei miliardi di cellulari) per scatenare il caos. Siamo a Boston, la vita scorre tranquilla fino al preciso istante in cui, in aeroporto (la scena madre tra tutte di Cell), i cellulari iniziano a squillare e un misterioso impulso annienta la volontà di chi risponde al telefono, trasformando le persone in creature sanguinarie. Volti sfracellati, schizzi di sangue e voglia cannibale degli umani che monta in un attimo. Per fortuna qualcuno resta immune al virus è il caso di Clay Riddell (John Cusack), un disegnatore che ha abbandonato la famiglia per inseguire i suoi sogni, che ci mette un po' a capire cosa sta succedendo. Ma una volta capita la tragedia, ha una sola voglia: rivedere il figlio adolescente. A cercare di mettere ordine al caos, in un infinito viaggio on the road, sarà Clay Riddel affiancato dal sempre tonico e saggio Tom McCourt (Samuel L. Jackson) e la giovanissima Alice (Isabelle Fuhrman). E tutto questo alla massima velocità possibile per un film che ricorda inevitabilmente The Walking Dead. Cell, girato interamente ad Atlanta, ha avuto una lunga gestazione già dalla pre-produzione. Tre anni per trovare un distributore e ben sette perchè che sceneggiatura di King trovasse i giusti produttori. Una curiosità. I protagonisti di Cell, John Cusack e Samuel L. Jackson, si ritrovano a lavorare insieme per la seconda volta all'adattamento di un romanzo di King, dopo 1408. «A causa di questo romanzo - ha detto il regista in una intervista - sono diventato anti-internet e anti-cellulari contrario a tutto ciò che è digitale. È come se ci fosse qualcosa di satanico bel digitale. più ci pensavi e più mi convincevo».