ROMA. Muscoli, rosario e bestie selvagge.
Sono queste tre cose che colpiscono in 'The Legend of Tarzan', rivisitazione in CGI, ovvero al computer, del personaggio creato dal genio di Edgar Rice Burroughs nel 1914 e diretto dal regista David Yates (autore di quattro film di Harry Potter).
Costato 180 milioni di dollari, il film, che sarà nelle sale distribuito dalla Warner Bros dal 14 luglio, si pone al seguito di oltre 200 lavori dedicati al selvaggio John Clayton III, Lord Greystoke, cresciuto nella giungla dai gorilla, ma questa volta c'è qualcosa di diverso.
Intanto Tarzan (interpretato dal figlio d'arte Alexander Skarsgard) è pieno di muscoli e leggerezza, il villain di turno poi, Captain Rom, è invece un Christoph Waltz in stato di grazia con al polso destro un rosario, con tanto di crocifisso in evidenza, che usa come una garrota e, infine, gli animali sono più veri del vero, tanto da rendere impressionante la carica di migliaia di loro, bisonti, leoni, gorilla ed elefanti, pronti a spazzare via una città con tutti i suoi abitanti.
La storia, questa volta poi, parte dalla civiltà e va verso la giungla.
Qui, nella civilissima Londra fine Ottocento, troviamo John Clayton (Tarzan), totalmente civilizzato e innamorato di sua moglie Jane (Margot Robbie), un Lordin preda ad un esasperato aplomb, quasi a voler nascondere la sua originaria natura selvaggia.
Ma, come si sa, il richiamo della giungla è forte. E così basta un pretesto perchè, lui e signora, si rechino in Congo per vedere quello che sta facendo Leopoldo II del Belgio e soprattutto il suo emissario, il perfido Christoph Waltzs ammantato di autentico cinismo e pronto a ridurre in schiavitù la popolazione locale e ad impadronirsi di tutti i diamanti possibili.
L'imbronciato e sempre triste Tarzan, ingessato nei suoi abiti borghesi, lentamente in Congo tornerà a quella natura selvaggia a cui appartiene, quando si trova a lottare contro l'anima nera di Captain Rom che nel frattempo ha rapito sua moglie. Strappati via gli abiti, Tarzan finalmente mostra la sua natura selvaggia attraverso un corpo che fa l'occhietto all'animalità più che al mondo degli umani. Dalla sua parte si ritroverà un afroamericano pieno di coraggio, reduce dalla guerra contro il Sud schiavista (Samuel L. Jackson), e naturalmente tutti gli animali, dai gorilla agli gnu, dai leoni ai coccodrilli, tutti pronti a stare al suo fianco se si tratta di combattere colonialismo e schiavitù.
E solo in questa parte del film, finalmente Tarzan, come liberato, è alle prese con le sue liane da prendere al volo e con il suo caratteristico urlo che scuote la giungla.
Sulla forma fisica ottenuta dall'attore Alexander Scarsgard per interpretare questo ruolo ormai è ancora più leggenda dello stesso personaggio di Tarzan. Sei mesi di duro allenamento ed il passaggio progressivo da 7 mila calorie al giorno a meno di 1.200. Certo nessuno ci dirà mai se sono stati utilizzati steroidi, ma quello che è sicuro che il suo fisico è davvero animalesco ed armonioso allo stesso tempo, proprio come l'aveva immaginato nel suo libro Burroughs che così l'aveva descritto:
«La sua figura forte e perfetta, muscolosa come il migliore dei gladiatori romani, deve essere piena di muscoli, ma anche con le morbide curve da dio greco, in poche parole una straordinaria combinazione di enorme forza, elasticità e velocità».
Ma questa figura di eroe positivo, tutto animalità e bontà, non potrebbe essere così autentica senza il contraltare della figura di un cattivo di razza come Christoph Waltzs che qui si ammanta di una crudeltà e di un cinismo di scuola Tarantino.
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