CANNES. Cala il sipario sul Festival di Cannes.
C'è chi lo ha chiamato un collage (Donald Sutherland), chi un puzzle (Mads Mikkelesen), chi lo ha paragonato a un dipinto di cui era necessario scegliere e comporre i colori, secondo l'azzeccata metafora del presidente della giuria, l'australiano George Miller.
Comunque la si racconti la «traversata nel deserto» dei nove giurati di Cannes aveva un obiettivo ben determinato dallo stesso Miller: comporre un percorso corale e logico, che prescindesse dal puro sentimento soggettivo dei singoli componenti.
In quest'ottica le scelte finali, dalla Palma d'oro fino ai premi per gli attori, la stessa «scaletta» scelta per gli annunci della giuria assume un profilo - magari discutibile - logico e che voleva tendere all'unanimità. Questa in verità sembra invece mai raggiunta tanto che alcune scelte appaiono di compromesso, ma la direzione si conferma invece univoca e sorprendente: fare di Cannes e dei suoi premi un bastione della creatività e del cinema d'autore che sa ancora guardare agli individui e alle loro tragedie quotidiane.
Ecco i premi della 69esima edizione del Festival di Cannes.
- PALMA D'ORO al regista britannico Ken Loach per I, Daniel Blake. Loach si era già imposto nel 2006 con Il vento che accarezza l'erba. Il regista, ricevendo il premio, ha regalato una frase contro l'attuale sistema liberale: «Un altro mondo è possibile e necessario».
- GRAND PRIX assegnato al giovane regista canadese Xavier Dolan per Juste la fin du monde.
- PREMIO PER LA REGIA ex aequo al francese Olivier Assayas per Personal shopper e al rumeno Cristian Mungiu per Bacalaureat.
- PREMIO PER LA SCENEGGIATURA al regista iraniano Asghar Farhadi per Le Client.
- PREMIO PER LA MIGLIORE INTERPRETAZIONE FEMMINILE all'attrice filippina Jaclyn Jose per Mà Rosa di Brillante Mendoza.
- PREMIO PER LA MIGLIOR INTERPRETAZIONE MASCHILE all'attore iraniano Shahab Hosseini per il film Le Client di Asghar
Farhadi.
- PREMIO DELLA GIURIA a American Honey della regista britannica Andrea Arnold.
- PALMA D'ORO D'ONORE a Jean-Pierre Lèaud, l'attore francese de I quattrocento colpi.
- PREMIO CAMERA D'OR alla migliore opera prima va a Divines della regista franco-marocchina Houda Benyamina, film presentato alla Quinzaine des Realisateurs.
- PALMA D'ORO DEL CORTOMETRAGGIO a TimeCode del regista spagnolo Juanjo Gimenez.
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