Giovedì 19 Dicembre 2024

In tv la storia di Boris Giuliano, il figlio: un modo per tenere vivo il suo ricordo

Alessandro Giuliano
Vincenzo Ferrara
Toni Sperandeo
Toni Sperandeo
Referendum, Ricky Tognazzi per il fronte del Sì
 
Ettore Bassi
Enrico Lo Verso
Dino Gianrusso
Antonio Campo Dall’Orto
 

ROMA. Boris Giuliano «è un modello di persona a cui bisogna continuare a guardare. Per questo spero che la fiction arriverà anche nelle scuole. Rappresenta un messaggio positivo, vero e reale in un'Italia che ritroviamo costantemente in mezzo a scandali e ruberie di tutti i tipi». Lo dice Adriano Giannini, protagonista di Boris Giuliano - Un poliziotto a Palermo la miniserie di Ricky Tognazzi dedicata a uno dei simboli della lotta alla mafia, ucciso nel 1979 da Cosa Nostra, in onda su Rai1 in prima serata, il 23 e il 24 maggio, in apertura della Settimana della Legalità. Con un ritmo serrato, attenzione alla verità storica e alla dimensione psicologica dei personaggi, si ripercorre la vita del poliziotto diventato capo della squadra mobile di Palermo, che ha saputo combattere la mafia con metodi innovativi, insieme a una squadra di eccellenze della polizia. A fermarlo fu Leoluca Bagarella, sparandogli alle spalle, nel luglio del 1979. Tra gli interpreti anche Nicole Grimaudo, nel ruolo di Maria, moglie di Giuliano, Ettore Bassi, Antonio Gerardi, Luigi Maria Burruano, Enrico Lo verso, Sebastiano lo Monaco, Francesco Montanari, Francesco Benigno, e Toni Sperandeo. «Abbiamo reagito molto positivamente alla proposta di una fiction su mio padre, è un'operazione estremamente importante per la conservazione della memoria. Il nostro ringraziamento va ai realizzatori, perchè siamo stati molto esigenti nelle nostre osservazioni». Lo ha detto il neoquestore di Lucca, Alessandro Giuliano, parlando a nome anche della madre e delle sorelle, alla fine della presentazione alla scuola superiore di polizia della fiction di Raiuno dedicata al padre Boris. Stamattina l'anteprima alla Scuola superiore di polizia, è stata accolta da lunghi applausi e molta emozione. C'erano, fra gli altri, la vedova e i figli di Giuliano, il presidente del senato Pietro Grasso, che è stato suo amico e collega, il capo uscente della Polizia Alessandro Pansa, e il nuovo incaricato Franco Gabrielli, Rosy Bindi e il direttore generale della Rai Antonio Campo dall'Orto. Boris Giuliano «era un segugio senza eguali, un investigatore rispettato e temuto, uno di quelli che fa il proprio lavoro per scelta, che lo vive come un destino. Era gentile, intelligente, capace e caparbio, integerrimo, insomma un vero nemico della mafia» ha detto Grasso, che a fine proiezione, commosso, si è fermato a lungo con la famiglia di Giuliano e gli autori della fiction. «Abbiamo reagito molto positivamente a questo progetto su mio padre, è un'operazione estremamente importante per la conservazione della memoria - ha spiegato, parlando anche a nome della madre e delle sorelle, Alessandro Giuliano, che ha seguito le orme del padre ed è stato da poco nominato Questore di Lucca -. Il nostro ringraziamento va ai realizzatori, perchè siamo stati molto esigenti nelle nostre osservazioni». Una partecipazione di cui Tognazzi è grato: «Una delle scene che porterò nel cuore è quella finale, con Maria e le figlie, accanto a me sul set. E oggi ho abbracciato Alessandro per le sue note severe, che ci riportavano all'essenza della verità. Se siamo riusciti a trasmetterla, lo devo a loro». A Giannini non era mai capitato prima «di interpretare un personaggio realmente esistito - spiega -. Ne ho sentito la responsabilità. Nonostante avessi studiato quel periodo storico, le vere indicazioni intime le ho avute dagli amici, i collaboratori e la famiglia, le persone che avevano guardato gli occhi di Giuliano, gli avevano sorriso e avevano condiviso storie con lui». Secondo il direttore generale della Rai Antonio Campo Dall'Orto «la Rai ha il compito e l'obbligo di individuare storie rappresentative per renderle immaginario collettivo e rappresentare valori condivisi». Un obiettivo, ha aggiunto Eleonora Andreatta direttore di Rai Fiction (che ha coprodotto con Ocean) in cui rientra perfettamente la vicenda di Giuliano «esempio di determinazione e coraggio in nome dello Stato e in nome della Sicilia». Con questa fiction «Rai1 chiude idealmente una stagione importante e di confronto per il futuro - ha detto il direttore dell'ammiraglia Rai, Andrea Fabiano -. Con la fiction abbiamo raggiunto, tra importanti ritorni e debutti, una media di share del 21 % che sale al 22 all'inizio dell'anno, uno dei nostri migliori risultati».

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