Mercoledì 18 Dicembre 2024

Festival di Cannes, si parte tra nude look e premiere mondiale: le foto dal red carpet

Woody Allen, Kristen Stewart
Woody Allen e la moglie Soon Yi
Victoria Beckham
Vanessa Paradis
Vanessa Paradis
Valeria Golino
Naomi Watts
Kristen Stewart, Woody Allen, Blake Lively
Kristen Stewart
Mallika Sherawat
Kristen Stewart, Jesse Eisenberg
Kirsten Dunst
Justin Timberlake
Julianne Moore, Susan Sarandon, Naomi Watts
Gaia Weiss
Julianne Moore
Frederique Bel
Eva Longoria
Eva Longoria
Eva Longoria
Doutzen Kroes
Corey Stoll, Blake Lively, Woody Allen
Blake Lively
Blake Lively
Anna Kendrick
Alice Taglioni
Doutzen Kroes

CANNES. Il mondo del cinema prova ad esorcizzare la paura terrorismo nonostante gli allarmi. Alla cerimonia di apertura del 69esimo Festival di Cannes, con Cafè Society di Woody Allen in premiere mondiale, se possibile c'erano più star del solito quasi a darsi forza in massa per scacciare la psicosi senza mostrare almeno esteriormente di sentire la pressione. E anche dentro il Palais du festival durante il galà non sono mancati i riferimenti all'incubo contemporaneo. Nel pomeriggio, i cecchini sul tetto in assetto antiterrorismo hanno sorvegliato dall'alto che la Montee des Marches, un'icona visiva mondiale di cinema e jet set, fosse splendente come al solito con tutte quelle decine e decine di fotografi in smoking a immortalare i protagonisti della serata. E nel galà, condotto da Laurent Lafitte, gli spezzoni in bianco e nero di film ambientati a Parigi hanno restituito al pubblico in platea e a quello televisivo in contemporanea mondiale il messaggio di una nazione e una città che nonostante gli attentati di novembre «non vuole sentirsi in guerra» come invece lo stato di emergenza proclamato sei mesi fa attesta inevitabilmente. L'incubo sicurezza da una parte, con la voglia di scacciare indietro i pensieri, l'omaggio a Prince con Purple Rain (cantata da Matthieu Chedid 'M') sono stati tra i temi forti dell'apertura. Al presidente della giuria George Miller il riconoscimento della sua arte cinematografica con un filmato di spezzoni dei suoi film più celebri dalla saga Mad Max a Happy Feet, dall'Olio di Lorenzo alle Streghe di Eastwick. Per la cerimonia quest'anno si è cercato di essere meno scarni del solito con più concessioni allo spettacolo: in questa categoria va messo un lungo bacio sulla bocca che Catherine Deneuve con un abito con lo strascico rosso ha dato ad un certo punto al conduttore apparendo sul palco. Per lei, diva di Francia, una standing ovation. In platea, tra i tantissimi arrivati per l'apertura di Cannes, i nostri Paolo Sorrentino, Sergio Castellitto, Stefano Accorsi e poi ancora Claude Lelouche, Julianne Moore, Victoria Beckam, Naomi Watts, Eva Longoria. Molto nude look sul red carpet, dalla giurata Valeria Golino a Kristen Stewart, deliziosa con un abito nero voile vedo non vedo e con i capelli platino ultima moda. Ad aprire il festival sono stati Jessica Chastain e un irriconoscibile Vincent Lindon  tutto barbuto e invecchiato per motivi di scena ( diretto da Jacques Doillon sta girando il biopic su Rodin). Dopo la cerimonia la premier dell'ultimo romanticamente malinconico Woody Allen con Cafè Society interpretato dall'alter ego Jesse Einsenberg e da Kristen Stewart. Applausi al regista, sue riflessioni «sui sogni che restano sogni», «sulla vita che è una commedia scritta da un autore sadico» e nessuna eco su quello che invece accade in America dove Ronan, l'unico figlio biologico del regista e di Mia Farrow ha rilanciato le accuse di molestie sessuali di cui sarebbe rimasta vittima la sorellastra Dylan, un padre come Bill Cosby - ha detto Ronan Farrow sull'Hollywood Reporter - sottolineando il ruolo affatto investigativo della stampa che come nel caso del comico tv anche oggi non avrebbe fatto le domande giuste al padre. Della 'vecchià 'insabbiata' storia delle molestie non si è parlato a Cannes dove Allen era tra l'altro accompagnato da Soon-Yi Previn, la figlia adottiva di Mia Farrow e di Andrè Previn, al centro di un incredibile scandalo negli anni '90. La 'faida' tra Allen e Farrow va avanti da circa 25 anni, il regista oggi ne ha 80 e i suoi film, come l'ultimo Cafè Society, dispiegano o complicano psicanaliticamente il filo della sua esistenza, e oggi era particolarmente malinconica.

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