REGGIO EMILIA. Riavvolgere 25 anni di carriera. Ripensare ai tanti successi e agli inevitabili momenti di crisi. Farlo davanti a 150 mila fan che cantano dall'inizio alla fine, senza perdere nemmeno una sillaba le tue canzoni e insieme agli amici di musica di tutta una vita. Luciano Ligabue ha regalato più di tre ore di musica ai suoi fan e si è regalato forse l'emozione più intensa di tutta la sua carriera.
Un'emozione certo temperata dal mestiere maturato in un quarto di secolo passato tutto su e giù da un palco, ma non nascosta: perchè suonare in un contesto così, per di più a qualche chilometro da casa, all'ormai mitico Campovolo di Reggio Emilia pieno zeppo, luogo che si candida sempre di più a diventare il tempio italiano della musica, è un privilegio che pochissimi artisti possono permettersi.
E così, ha cantato come fosse la prima volta tutti i pezzi dell'album d'esordio, 'Ligabue, insieme ai musicisti con i quali ha condiviso un'avventura su cui pochi erano pronti a scommettere: 'Balliamo sul mondò, tanto per cominciar bene, traccia numero uno del primo disco, 'Non è tempo per noì, uno degli inni generazionali che meglio ha fotografato un momento storico, 'Bar Mariò, perchè tutti dovrebbero avere un bar dove tornare, dopo i propri successi e i propri fallimenti.
«Il mio primo album - ha raccontato prima del concerto - fu rifiutato da tutte le case discografiche. Fu pagato da Angelo Carrara, nessuna casa discografica lo volle pubblicare, e fortunatamente a un secondo giro qualcuno cambiò idea». E poi via con 'Buon Compleanno Elvis', l'album della consacrazione che compie vent'anni, suonato con 'la Bandà. Provando a guardare negli occhi tutti quelli a cui, cantando 'Certe Nottì è tornata in mente una storia della propria vita.
Ma anche per ringraziare tutti i fan: fra loro, in platea, il ministro Maria Elena Boschi, ma anche la cantante Elisa, Joe Bastianich e Flavio Insinna. Molti dei suoi fan sono 'cresciutì insieme a lui, come lui all'epoca avevano i capelli lunghi e oggi ce li hanno brizzolati. Ma in mezzo a loro anche tanti ragazzi che non erano ancora nati quando un tipo strano nato nell'operosa provincia emiliana si affacciò come un marziano sulla scena musicale italiana a cantare un rock popolare in italiano dopo le tempeste degli anni '80. E poi ancora, dopo i due album forse più simbolici della carriera di Ligabue, un finale con il meglio del 'Giro del mondò, accompagnato dagli attuali musicisti. Un ponte fra il passato ed il futuro, ma ripensando sempre a quella faticosa partenza ed ai risultati raggiunti.
«Come vedi sono qua, monta su», canta il Liga. Poi a un certo punto ci sono 150 mila persone che insieme a lui esplodono: 'Urlando contro il cielò. Le urla sono quelle di persone che ancora prima di ammirarlo come cantante gli vogliono bene. Il cielo è quello della sua Emilia. Basterebbe anche solo questo a dare un senso a questi 25 anni.
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