Poche anticipazioni e una sola promessa: «Sarà un'edizione molto, molto rock». Gli organizzatori del concertone della Notte della Taranta, presentando l'evento in conferenza stampa, non vogliono «rovinare la sorpresa» ai 200 mila attesi stasera a Melpigano (Lecce), per il 18/o compleanno di quello che è ormai un rito collettivo in cui, da ogni parte del mondo, i 'tarantati arrivano in Puglia per danzare freneticamente sul ritmo della 'pizzica, la danza tradizionale del Salento che serve a liberarsi dal veleno della vedova nera. Quest'anno, però, la sfida è più dura: «Mettere le radici del Salento in contatto col resto del mondo, contaminandole». Un obiettivo per raggiungere il quale il maestro concertatore Phil Manzanera (chitarrista dei Roxy Music e coproduttore dei Pink Floyd) ha reclutato il suo «artista italiano preferito», Luciano Ligabue, ma anche il bassista dei The Clash, Paul Simonon; il «miglior batterista mai esistito», il nigeriano Tony Allen; insieme con i chitarristi Andrea Echeverri e Raul Rodriguez, e la violinista londinese, Anna Phoebe. Solo Manzanera, sostiene il presidente della fondazione Notte della Taranta, Massimo Manera, è «riuscito a convincere» il Liga a venire dopo tanti anni «in cui lo abbiamo inseguito». Ma il rocker di Correggio, che ha portato con sè il suo chitarrista, Federico Poggipollini, precisa di «aver sempre temuto di poter sembrare un elefante in una cristalleria, come quello che viene qui a fare chiasso». E invece, durante le prove nel pomeriggio, Ligabue sembra essere nato in Salento. Specialmente quando canta in grico la ninna nanna 'Ndo Ndo Ndò, oppure in dialetto salentino la serenata 'Beddha ci dormì, in duetto con Alessia Tondo. Del suo repertorio, invece, saranno 'pizzicatì 'Certe Nottì e 'Il muro del suonò. «Li ha scelti per me Manzanera, confessa Liga, e »io ho accettato moto volentieri la sua proposta«. Il confronto con la Taranta, per Ligabue, è »una sfida intrigante: riuscire a contaminare una musica così fisica, che riesce a parlare alla parte interiore di ognuno di noi«, per »dimostrare che la musica è un linguaggio che funziona senza troppe teorie«. Una »specie di terapia«, precisa Manzanera, »che aiuta le persone a ricordarsi dei suoni antichi e delle origini della loro terra«. Sul palco, promette il maestro concertatore, »l'unica legge sarà la musica«. A farla rispettare ci penseranno anche i 22 elementi dell'orchestra della Notte della Taranta e il corpo di ballo guidato da Roberto Castello. Tutti intrappolati, pubblico e artisti, nella grande tela del ragno allestita sul palco con 12milioni di piccole luci. Data la grande affluenza prevista, sarà messo in campo un sistema di sicurezza di circa mille unità tra forze dell'ordine e protezione civile.