Lunedì 23 Dicembre 2024

Michele Placido: torno in Sicilia per raccontare la mafia

Michele Placido
Michele Placido, per il fronte del Sì

ROMA. A volte ritornano: Michele Placido, che in un tempo televisivamente lontano ha legato il suo nome e una grande popolarità anche internazionale al commissario Cattani nella Piovra (la prima risale al 1984) torna in Sicilia per raccontare la mafia. «So che posso fare un buon lavoro» - dice Placido che in questi anni ha mantenuto l'idea di un cinema civile come priorità d'autore accanto ad una intensa attività teatrale. Placido prepara una monumentale storia della mafia in Sicilia, 24 puntate in tutto, la prima serie sarà di 6. «Sarà il mio debutto nella regia di fiction tv», racconta. Una scelta che anni fa aveva rifiutato quando gli avevano proposto di occuparsi della serie televisiva da Romanzo Criminale, di cui aveva diretto il film per il cinema. «Forse ho peccato un po' di snobismo allora - ammette - oggi l'accetterei, ho compreso che il nuovo è nella tv che si è saputa aggiornare nella serialità molto più del cinema, nei linguaggi ma anche a livello internazionale nei meccanismi distributivi, basta pensare al caso di Netflix che spero investa sul talento dei giovani italiani. La tv è un'arma straordinaria, diceva Rossellini». S'intitolerà Il Regno e sarà sul set a settembre 2016, «ora siamo in fase di scrittura. Al lavoro c'è il gruppo di autori di 1992: Ludovica Rampoldi, Stefano Sardo, Alessandro Fabbri con la consulenza del giornalista-scrittore Francesco La Licata, autentica memoria storica sulla mafia. L'idea - racconta ancora Placido - è mia e di Giancarlo De Cataldo, ma un'altra paternità ce l'ha Dino De Laurentiis che mi chiamò proponendomi il progetto di una serie tv sulla mafia». Il Regno sarà per la Rai («c'è già l'attivazione», dice) e racconterà la storia della mafia italo americana, una grande epopea che partirà dallo sbarco degli alleati in Sicilia, raccontando dei servizi segreti che preparano le infiltrazioni mafiose, l'idea dell'indipendenza della Trinacria, e poi Portella della Ginestra e Salvatore Giuliano, la mafia che da rurale diventa potentissima lobby finanziaria globale. Ho un'età interessante - aggiunge il regista classe '46 - per ricordarmi la fame e sapere che un picciotto per sfamarsi nel dopoguerra poteva diventare uno spietato killer per pochi soldi». Prematuro parlare di cast, che comprenderà anche attori italo-americani, mentre la produzione è di Angelo Barbagallo con la Goldenart dello stesso Placido e di Federica Vincenti. Curioso notare come la storia della mafia ritorni d'interesse: è al centro del film di Pif 'In guerra per amore'. «Non so stare a braccia conserte», dice Placido che così oltre a preparare Il Regno pensa al film che dirigerà per il cinema in autunno. S'intitola 7 minuti, «come il tempo cui 11 operaie di un'azienda in crisi dovrebbero rinunciare nella loro pausa pranzo per evitare il licenziamento di altre donne, una rinuncia si scoprirà tutt'altro che facile». Il regista lo sta scrivendo con Stefano Massini e per il cast potrebbe esserci Ambra Angiolini, che ha diretto recentemente al cinema nel film La scelta. Quest'inverno la dirigerà a teatro in Tradimenti da Harold Pinter per il nuovo Eliseo di Luca Barbareschi: sul palco con la ragazzina cresciuta di Non è la Rai ci sarà Francesco Scianna.

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