ROMA. Quando sul castello di Edimburgo sventolano grandi bandiere colorate, a guardarle dal piccolo bar ai piedi della passeggiata sembra di entrare in un mondo fatato, popolato dai tanti studenti con l'aria retrò che si trascinano con lo sguardo furbo e inquieto per le strade della città
medievale, e quasi pare di veder volare le scope dei giocatori di Quidditch. Non si fa fatica a capire come seduta a quel tavolo, la quasi trentenne Joanne Rowling, nelle pause delle lunghe peregrinazioni con la figlia nel passeggino, nel periodo più triste dalla sua vita, portò a termine il romanzo che avrebbe segnato l'immaginario di più di una generazione. Oltre a segnare la vita dei protagonisti del film, lungo 10 anni, che ha portato le gesta del maghetto al cinema facendone delle inquiete star dall'infanzia: da Daniel Radcliffe ad Emma Watson.
Era l'inizio degli anni Novanta, e la scrittrice - che il 31 luglio compie 50 anni - era in un momento tragico della sua vita. Dopo un'infanzia in cui a sei anni aveva già preso abilmente la penna in mano per i primi racconti, e che l'aveva portata da Yate (vicino Bristol) a studiare a Parigi, e poi a
Londra, alla madre venne diagnosticata una sclerosi multipla che la uccise in brevissimo tempo. Dopo la morte della madre, Joanne, allora segretaria per Amnesty International, iniziò la prima stesura del libro che avrebbe fatto entrare il suo nome nella storia, scrivendo sul treno che la portava da pendolare ogni giorno nella capitale. Viaggiava tra le campagne inglesi e sognava Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Draco Malfoy, Voldemort, Albus Silente e tutti gli altri protagonisti, tra Hogwarts e i vicoli della Londra medievale, senza dimenticare il binario 9 e tre quarti, immaginando da subito lo sviluppo organico e coerente di tutta la saga (questo è il suo fascino) in un progetto grandioso capace di creare un mondo 'altro', ma così simile al vero, quello dei Babbani, nei minimi dettagli. In un momento, come la fine del millennio, in cui si
pensava di aver letto e visto al cinema tutto l'immaginabile.
Poi, dopo un breve periodo in Portogallo (ad Oporto), venne Edimburgo, la separazione dal marito, la depressione. Un periodo cupo, popolato da ombre che succhiano l'anima, come i Dissennatori, come nella battaglia finale di Harry Potter. Ma la luce non venne subito dopo aver finito il romanzo. Quando infatti nel 1995 mise la parola fine al manoscritto, furono diversi gli editori (miopi come pochi) a bocciarlo. Finchè nel 1997 la Bloombury decise di pubblicarlo dando alle stampe i sette libri che rappresentano il più rilevante evento letterario degli ultimi decenni e che lei decise di firmare come J.K. Rowling, un riserbo sempre mantenuto dall'autrice che è tra le donne più ricche e potenti del Regno Unito.
Già il primo dei volumi, Harry Potter e la pietra filosofale, quello dove il protagonista è ancora un bambino e la scrittura più semplice, riscosse un successo straordinario. Il primo volume è senza dubbio un libro per bambini, ma la cosa incredibile è che il pubblico di Harry Potter è subito trasversale, e cattura bambini, adolescenti ed adulti. Quasi ad intravedere da subito che la storia sarebbe cresciuta con il suo protagonista. Una vera magia che incanta milioni di persone nel mondo, confermato dal secondo volume Harry Potter e la camera dei segreti (1998), successo planetario anche per il terzo Harry Potter e il prigioniero di Azkaban (1999), un libro in cui l'autrice raggiunge anche una notevole maturità letteraria. Nel duemila la saga è diventata un fenomeno globale indiscusso, i ragazzi di Edimburgo indossano tutto l'anno gli abiti e gli occhiali di Harry Potter, e con loro i bambini e i ragazzi di ogni parte del globo. Il ciclo letterario si chiude il 21 luglio del 2007 con Harry Potter e i doni della morte, il libro più venduto nella storia dell'editoria: 72 milioni di copie nel primo fine settimana. In tutto sono state circa 400 milioni le copie vendute per i sette volumi firmati dalla Rowling.
Per anni i fan hanno atteso l'uscita tutta la notte davanti alle librerie, e dal 2001 la saga si è trasferita con grande efficacia anche sul grande schermo diventando una serie di otto film che hanno segnato il record d'incassi di tutti i tempi in dieci anni (dal 2001 al 2011) e che hanno visto crescere gli attori con i loro beniamini, alla scoperta di un universo che per la prima volta è contemporaneamente letterario e cinematografico. La Rowling da allora non ha smesso di fare notizia, ha abbracciato molte cause sociali e filantropiche, ha aperto un sito internet, ha comprato un castello dove vive, è tornata in libreria, e annunciato un prossimo libro per adulti.
Ma non è importante, al mondo ha già donato Harry Potter e può bastare. Tutti continuano ad attendere che, in qualche forma, il ragazzo con gli occhiali tondi e la la cicatrice a forma di saetta, prima o poi ritorni.
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