Mercoledì 27 Novembre 2024

Perseo di Canova, trionfo di bellezza ai Musei Vaticani - Le foto

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Le forme perfette, esaltate dal marmo di Carrara lucente e vivo, trasmettono un'idea di compostezza, forza e solennità: il Perseo Trionfante, la statua che Antonio Canova scolpì in poco tempo, tra la fine dell'anno 1800 e i primi mesi del 1801, è tornato a dar bella mostra di sé nel Cortile Ottagono dei Musei Vaticani, esibendo intatto il suo originario splendore. Il ritorno alla vita (e agli occhi dei visitatori) si deve a un accurato restauro reso possibile dai Patrons del Northwest Chapter e del California Chapter, mecenati americani appartenenti alla nota associazione internazionale Patrons of the Arts, che con la propria struttura filantropica, presente in Nord America e nei Paesi europei, rappresenta il principale sostenitore dei lavori di salvaguardia e conservazione a cui i Musei del Papa sottopongono la propria preziosa collezione. Le donazioni di questi benefattori partono da un minimo di 500 dollari all'anno, ma come è ovvio è possibile donare anche di più, tanto che i Musei del Papa possono contare ogni anno su 2 milioni di euro di fondi. Giunti a Roma qualche giorno fa in visita privata per ammirare il frutto della propria generosità, i Patrons hanno reagito alla vista del cosiddetto "Gabinetto del Canova" (che comprende non solo il Perseo, ma anche i Pugilatori, Creugante e Damasseno, anch'essi sottoposti contestualmente alle procedure di restauro) con esclamazioni di stupore, applausi e un po' di emozione. Del resto basta guardare le tre opere - acquistate all'inizio dell'Ottocento da parte di Papa Pio VII - per comprendere una reazione del genere: da una lato le figure imponenti dei Pugilatori, forti e agili, dallo stile severo e robusto, dall'altro il nudo virile dell'eroe mitologico munito di un copricapo alato, dei sandali di Mercurio e del falcetto usato per decapitare colei che pietrificava chiunque osasse guardarla, la terribile Medusa, la cui testa tiene emblematicamente in una mano. Una espressività straordinaria, che incarna perfettamente l'ideale di bellezza classica, e che tuttavia appare pacata pur rappresentando il momento della vittoria di Perseo sulla Gorgone (anche se il potere di quest'ultima - è questo il gioco di Canova - resta inalterato, perché ha reso pietra l'eroe che ha osato guardarla dopo averla uccisa). A cotanta bellezza ha corrisposto dunque un restauro attento (diretto da Arnold Nesselrath e Alessandra Rodolfo ed eseguito dal Laboratorio di Restauro Materiali Lapidei dei Musei Vaticani) che è stato condotto coerentemente alla tecnica esecutiva adottata da Antonio Canova: i lavori sono stati finalizzati sia alla rivalorizzazione estetica della statua, attraverso la pulitura delle superfici, sia al recupero statico e alla messa in sicurezza dell'opera stessa, attraverso l'inserimento nel basamento di un macchinario antivibrante in grado di assorbire e neutralizzare eventuali scosse sismiche. Tutta l'operazione, costata circa 70 mila euro (ma lo stesso gruppo di mecenati, come ha reso noto Padre Mark Haydu, responsabile dell'Ufficio Rapporti Patrons of the Arts, ha già predisposto un'altra donazione sempre del medesimo ammontare, per il restauro della statua di Hermes, di epoca romana), ha avuto una gestazione molto lunga: dopo un pronto intervento nel 2004 di parziale ripristino e messa in sicurezza del Perseo (fu notato che il perno della testa di Medusa mostrava segni di cedimento) e la decisione di restaurare l'intero "Gabinetto del Canova", è iniziata una lunga fase di monitoraggio fino agli effettivi lavori di restauro recentemente completati.

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