ROMA. Decisamente originale il percorso «real-virtuale» offerto dalla mostra Da Guercino a Caravaggio grazie all’utilizzo degli occhiali hi-tech «Google Glass», che consentono di scoprire una dimensione inedita dell’opera d’arte. O, almeno, di alcune. Negli uffici della società «Beni culturali», organizzatrice dell’evento di Palazzo Barberini, spiegano che «i Glass sovrappongono il bianco e nero delle radiografie al cromatismo del dipinto a parete e offrono il commento del direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci, permettendo così di vivere da vicino, ad esempio, il modo di lavorare di Caravaggio con i suoi celebri pentimenti».
«Per la prima volta — aggiungono — in uno spazio museale italiano è possibile utilizzare i famosi Glass. Il display è stato montato su una lente, è ad alta definizione e proietta le immagini direttamente sugli occhi dell’utente dove i contenuti vengono visualizzati come se ci si trovasse di fronte a uno schermo da 25 pollici». Dalla «app ufficiale», con cui molti visitatori hanno ormai sostituito depliant e cataloghi, al «narratore virtuale» — disponibile, tra l'altro, nel museo nazionale preistorico ed etnografico «Pigorini» e in quello d'arte orientale «Tucci» di Roma — sino ai «Google Glass», la nuova vita degli spazi culturali è già presente. È stata la «MobileSoft», un’azienda italiana specializzata nello sviluppo di applicazioni informatiche, a consentire l’introduzione degli «infocchiali» nell’esposizione di Palazzo Barberini mediante i «Beacon». PARTICOLARI NELLE FOTO DI GIOVANNI PEPI
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