Lunedì 23 Dicembre 2024

A Lampedusa gli scatti di Malavolta, Petyx e Pulice: così raccontiamo il dramma dell'immigrazione

Allestita a Lampedusa una mostra in memoria delle vittime del naufragio dello scorso 3 ottobre. Esposti gli scatti di Francesco Malavolta, Igor Petyx e Giovanni Pulice (foto di Igor Petyx)
Un’occasione, tra l’altro, per lanciare la Prima Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, non ancora approvata dal Parlamento italiano (foto di Igor Petyx)
Fotoreporter palermitano dalla ventennale esperienza, Igor Petyx ha iniziato il suo iter fotografico attraverso i viaggi della speranza (foto di Igor Petyx)
Una trentina di scatti dunque attraverso i quali Francesco Malavolta, Igor Petyx e Giovanni Pulice raccontano il dolore e la disperazione del 3 ottobre (foto di Igor Petyx)
E ancora le lacrime dei superstiti, ma anche i viaggi della speranza in gommone, l’arrivo ai centri di accoglienza, gli sbarchi che si sono susseguiti negli ultimi anni (foto di Igor Petyx)

LAMPEDUSA. A un anno dalla tragedia del 3 ottobre, quando, al largo di Lampedusa, persero la vita 368 migranti nel tentativo di raggiungere l'Italia, parte oggi nell'isola pelagica, Sabir, il Festival diffuso delle culture mediterranee. Voluto dal sindaco Giusi Nicolini e organizzato da Arci, Comitato 3 ottobre e Comune di Lampedusa, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e della Rai, Sabir sarà un momento per ricordare le vittime del mare, ma anche per restituire all'Isola un'immagine diversa, valorizzandone il potenziale economico, culturale e sociale, come luogo di incontro e scambio di culture, tradizioni e saperi. Una cinque giorni di commemorazione e denuncia, dall'1 al 5 ottobre, in cui si alterneranno laboratori, eventi teatrali e musicali e dibattiti, alla presenza di ospiti internazionali ed europei. Tra le iniziative in programma, prenderà vita all'interno dei locali dell'AMP, l'Area Marina Protetta, un'esposizione in memoria delle vittime del terribile naufragio. Organizzata dal Comitato 3 ottobre, grazie a iniziative di autotassazione e raccolta fondi, la mostra TRESEIOTTO vedrà esposte le fotografie di Francesco Malavolta, Igor Petyx e Giovanni Pulice. Un'occasione, tra l'altro, per lanciare la Prima Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, non ancora approvata dal Parlamento italiano. Francesco Malavolta, fotogiornalista originario di Corigliano Calabro, iscritto all’Ordine dei Giornalisti di Calabria, inizia il suo iter nel mondo della migrazione nel '94, come fotografo per la Guardia Costiera. Inizia i suoi reportage durante l'arrivo, a metà anni '90, di cittadini albanesi sulle coste italiane. Dal 2011 è incaricato dall'Unione Europea (Frontex) di documentare i "confini" di tutta Europa. Collabora con l'Unhcr, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, e con diverse testate nazionali e internazionali. Fotoreporter palermitano dalla ventennale esperienza, iscritto dal 2002 all'Ordine dei Giornalisti di Sicilia, Igor Petyx ha iniziato il suo iter fotografico attraverso i viaggi della speranza, dagli sbarchi nell'isola pelagica all'arrivo nei centri di accoglienza, nell'agosto 2008, quando a Lampedusa arrivarono in soli tre giorni 10mila migranti. Scatti da cui scaturì la sua mostra "Clandestina...mente". Collabora ad oggi con La Repubblica, Avvenire e Giornale di Sicilia e con le agenzie di stampa Splash News e Photo Masi. Le sue foto sono state pubblicate negli anni in numerose testate nazionali e internazionali. Giovane fotografo 23enne di origini calabresi, neo laureato in Fotografia all'Ied, Istituto Europeo di Design di Roma, Giovanni Pulice ha iniziato circa quattro anni fa i suoi reportage attraverso il dramma sociale della migrazione, raccontando le storie di coloro che sono fuggiti dal loro Paese d'origine e che hanno trovato in Italia a volte uno scoglio, altre un luogo in cui iniziare una nuova vita. Una trentina di scatti attraverso i quali Francesco Malavolta, Igor Petyx e Giovanni Pulice raccontano il dolore e la disperazione del 3 ottobre, le lacrime dei superstiti, ma anche i viaggi della speranza in gommone, l'arrivo ai centri di accoglienza, gli sbarchi che si sono susseguiti negli ultimi anni, senza tralasciare i sorrisi, gli abbracci e le speranze di chi è riuscito a toccare terra e si appresta a cominciare una nuova vita, certamente migliore di quella fino a quel momento vissuta.

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