La donazione di organi è da sempre un gesto di grande altruismo e senso civico, che riaccende la speranza di altri pazienti. Preziosi regali, che questa volta arrivano dal Policlinico Martino di Messina e dall’azienda ospedaliera universitaria Rodolico - San Marco nel presidio di Librino. Il primo, un uomo di 72 anni ricoverato in terapia intensiva è morto per un’ischemia celebrale i cui parenti non hanno avuto alcun dubbio e hanno subito accolto positivamente la proposta della donazione: così fegato, reni e cornee sono state prelevate dall’équipe dell’Ismett di Palermo per essere trapiantati in pazienti in lista d’attesa. Un regalo improvviso, che riaccende la speranza nei tanti pazienti in attesa di un trapianto. A gestire il delicatissimo procedimento che accompagna il donatore il Coordinamento locale per la donazione e i trapianti di organi e tessuti dell’azienda ospedaliera universitaria: un lavoro complesso che coinvolge non solo medici e infermieri, ma anche altri attori di diverse specialità, come medici legali, neurologi, radiologi, cardiologi, tecnici di neurofisiopatologia, senza dimenticare gli specialisti della microbiologia e della virologia che contribuiscono a garantire la sicurezza del paziente ricevente. Coinvolto l’Ismett di Palermo nel prelievo di organi, in particolare fegato e reni, da un anziano signore deceduto a seguito di emorragia cerebrale al San Marco. I chirurghi della struttura palermitana di sono ritrovati davanti ad un prelievo insolito: il paziente, infatti, era positivo al Covid-19. Sicuramente una circostanza non usuale, ma che non rappresenta un unicum: nella stessa struttura, infatti, nel novembre del 2020, si era vissuta un’analoga esperienza di prelievo su un paziente positivo al Sars-Cov-2. «Un gesto di estrema generosità, che dimostra la grande sensibilità dei familiari del paziente - hanno commentato dalla struttura ospedaliera -. È un grande ringraziamento per l’impegno di tutti gli specialisti coinvolti a vario titolo nel processo, che hanno reso possibile, ancora una volta, che venisse riaccesa la speranza per altre vite».