Domenica 22 Dicembre 2024

Ritrovato il corpo di Mattia trascinato dal fango: «Le speranze sono finite»

 
 
 
 
Mattia Luconi, il bambino di 8 anni morto nell’alluvione
 
 
Carabinieri a Castelleone di Suasa
Il campo a Castelleone di Suasa in cui è stato ritrovato il corpo
Il campo a Castelleone di Suasa

Le speranza di ritrovarlo in vita, otto giorni dopo essere stato travolto dalla furia del Nevola, erano praticamente nulle. E oggi sono svanite del tutto: il corpo senza vita di Mattia, 8 anni, è stato ritrovato in un campo a Passo Ripe di Trecastelli, 15 km più a valle di dove l’auto su cui viaggiava con la madre Silvia era stata trascinata via dalla furia dell’acqua quella maledetta sera del 15 settembre, quando l’alluvione ha devastato l’hinterland di Senigallia. I morti, ora che Mattia è stato ritrovato, sono 12 e all’appello manca ancora Brunella Chiù, la 56enne che è l’ultima dispersa ufficiale. Il corpicino di Mattia era a circa 150 metri dal Nevola, in un campo vicino ad un asilo di campagna: a notarlo è stata proprio una dipendente dell’asilo che lo ha segnalato al proprietario del terreno che a sua volta ha subito chiamato i carabinieri. Il piccolo aveva indosso ancora la maglietta gialla e verde, quella che migliaia di italiani hanno visto nelle foto che sono circolate in questi giorni. Poco prima che il corpo fosse individuato, proprio la mamma, Silvia Mereu, aveva chiesto che le ricerche proseguissero fino a che Mattia non fosse restituito ai genitori. Insieme all’ex marito Tiziano Luconi, padre del bimbo, alla sorella Caterina e al marito di quest’ultima Alessandro Fontana, la donna dimessa ieri dall’ospedale aveva raggiunto i soccorritori che lungo i fiumi Nevola e Misa proseguivano incessanti da otto giorni le ricerche. «So che trovarlo in vita ormai è un pò impossibile - le sue parole all’ANSA - ma vorrei che almeno il suo corpo venisse recuperato e che venisse fatto il possibile. Una tragedia così grande non può finire così. Se non altro voglio una tomba su cui piangerlo, per riabbracciarlo, Per quanto sarà dura però almeno questo voglio che succeda». Il desiderio di una madre disperata che dovrà trovare il modo di sopravvivere, che è stato in qualche modo esaudito: alle 15:30 il corpo del bimbo è stato trovato. Ora verranno eseguite le procedure di identificazione, per dare certezza al riconoscimento, con l’esame del dna, e l’autopsia disposta dalla Procura di Ancona. «Ormai le speranze sono finite», ha detto il padre di Mattia subito dopo aver appreso la notizia. Nel paese dove Mattia viveva con la madre, San Lorenzo in Campo, ha raccontato il sindaco Davide Dellonti «c’è un clima di tristezza per tutti, surreale. Il ritrovamento del corpo concretizza il fatto che tutti sapevamo ma non volevamo». Nella tragedia di una vita molto giovane spezzata, ha aggiunto, l’auspicio è che aver trovato il bimbo, disperso da 8 giorni e con speranze praticamente nulle che fosse ancora vivo, possa in qualche modo dare almeno un pò di sollievo per i famigliari, per la mamma e penso anche per il papà». Silvia, farmacista nel piccolo centro di Barbara, aveva raccontato nel pomeriggio quei momenti drammatici. Era con il bambino a bordo dell’auto Mercedes Classe A quando è stata trascinata a valle, in un attimo, dall’ondata del fiume. Dopo circa 2 km, ha ricordato, «l’abitacolo era pieno d’acqua. Io avevo il braccio fuori dal finestrino per tentare di chiamare di prendere il segnale. Non riuscivo più a respirare e sono uscita dal finestrino, l’ho abbracciato e Mattia era attaccato a me, io non so nuotare». Intorno «l’inferno, le ondate d’acqua, e le uniche luci che vedevo venivano da fulmini e lampi che illuminavano il cielo. Era buio e sentivo il frastuono del fiume che scorreva. Intorno, tronchi, detriti...». «Ho un flash, - ha aggiunto ancora Silvia - dell’ultima immagine che ho di lui. Mattia attaccato a un tronco, mi porgeva la mano, urlava e piangeva. Sono affondata ho perso i sensi, non lo so, poi non l’ho più visto. Mi sono attaccata a una pianta, e mi sono lanciata verso i filari, mi sono arrampicata, urlavo piangevo, sbracciavo, qualcuno mi ha sentito da una casa vicina al fiume. Dopo circa 1-2 ore sono arrivati i soccorsi. Non capisco ancora come ho fatto a salvarmi». Da quell’orrore, invece, Mattia è stato risucchiato via. Per sempre.

leggi l'articolo completo