Le strade come torrenti, le auto trascinate via, i fiumi straripati e le case sommerse dall’acqua. È stata una notte di terrore quella vissuta dai cittadini marchigiani, travolti da una bomba d’acqua che ha devastato parte delle province di Pesaro Urbino e Ancona, dall’entroterra fino alla costa. A fine giornata si contano 10 morti, tutti identificati, e 3 dispersi, che molto probabilmente andranno ad allungare nelle prossime ore l’elenco delle vittime. Tra loro il piccolo Mattia, strappato ad otto anni dalle braccia della madre che tentava di sottrarlo alla furia dell’acqua. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso «angoscia» per la tragedia, mentre il premier Mario Draghi ha fatto visita alle zone colpite portando il sostegno del governo. «È un disastro, faremo tutto il possibile», ha detto cercando di rincuorare i cittadini che hanno lamentato di non essere stati allertati in tempo. Ma, nonostante una giornata senza pioggia, le Marche continuano a restare con il fiato sospeso, in attesa dell’allerta gialla prevista per le prossime ore. E l’attenzione è rivolta anche ad altre quattro regioni per le quali la Protezione Civile ha emesso un’allerta arancione. Si tratta di Umbria, Campania, Basilicata e Calabria. In un solo pomeriggio le Marche sono state travolte dalla quantità di pioggia che solitamente cade in sei mesi. Si tratta, secondo i dati diffusi dal Cnr, del nubifragio più intenso degli ultimi 10 anni causato, con ogni probabilità, dal caldo eccezionale dell’estate. «È piovuto in qualche ora un terzo di quello che normalmente piove in queste zone in un anno», dice il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio. Manca poco alla mezzanotte quando le strade vengono completamente inondate, con molte persone rimaste bloccate all’interno delle loro abitazioni o, peggio ancora, nei garage, nel tentativo di raggiungere l’auto per fuggire via. Nella zona di Senigallia - dove è ancora vivo il ricordo dell’alluvione del 2014 - gli anziani vengono raggiunti addirittura da gommoni da rafting per la difficoltà nei soccorsi. In molti, invece, raggiungono i tetti o le cime degli alberi. A fine giornata si contano 10 vittime. Un’«apocalisse», come raccontano i testimoni, con «piante e alberi trasportati come fuscelli». Sono molti i sindaci a lamentare, poi, carenza di informazioni nei giorni precedenti. «Non siamo stati avvisati adeguatamente - dicono -. C'era una allerta gialla, normale ma la portata non era assolutamente prevista». «È abbastanza evidente che l’evento, per come si è manifestato, è stato molto molto peggiore di quello che era stato previsto», replica Curcio, già dalle prime ore del mattino nelle aree colpite dall’alluvione. Con lui anche il presidente del Consiglio, Mario Draghi, che ha annunciato il via libera allo stato di emergenza e un primo stanziamento di 5 milioni di aiuti per la popolazione. Per il momento, secondo quanto riferito dalla prefettura di Ancona, ci sono quasi 200 sfollati, con le forze di polizia in servizio contro eventuali furti o saccheggi sugli immobili evacuati. Sono oltre 500, invece, gli interventi effettuati dai vigili del fuoco nelle province di Ancona e Pesaro Urbino, con l’impiego di 380 pompieri, con rinforzi giunti da Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Abruzzo e Toscana. Su quanto accaduto ha aperto un fascicolo anche la Procura, che procede per omicidio colposo e inondazione colposa. L'indagine, ancora in fase embrionale, avrà il compito di individuare se ci siano responsabilità di persone nell’apocalisse avvenuta ieri e durante la notte. Nelle prossime ore i riflettori saranno puntati anche sulle altre regioni a rischio. Oggi una bomba d’acqua si è abbattuta nel Sannio, in Campania, mentre l’Umbria ha chiesto lo stato di calamità per le forti piogge che hanno travolto alcuni comuni al confine proprio con le Marche.