Lunedì 23 Dicembre 2024

L'assalto alla Cgil di Roma, nuove misure: in carcere anche il no-vax Nicola Franzoni

L’assalto alla Cgil di Roma
 
Nicola Franzoni sul palco di piazza del Popolo

I poliziotti della Digos hanno eseguito, su disposizione del gip di Roma, un’ordinanza cautelare personale nei confronti di 5 persone, gravemente indiziati di aver preso parte, a vario titolo, alle violenze ai danni della sede capitolina della Cgil di Corso d’Italia, a margine della manifestazione di piazza del Popolo il 9 ottobre 2021. Le misure che si aggiungono alle 25 già precedentemente eseguite nell’ambito della medesima attività di indagine. C'è anche Nicola Franzoni, noto per l’appartenenza a movimenti No-Vax e di estrema destra, tra le persone sottoposte a misura cautelare, eseguita dalla Digos di Roma, per l’assalto alla Cgil di Corso d’Italia, a Roma, lo scorso 9 ottobre. Nei confronti dell’uomo il gip di Roma ha disposto la custodia cautelare in carcere. Per P. M. invece è stato disposto l’obbligo di dimora presso il comune di residenza con divieto di allontanamento dall’abitazione. E. E. è stato destinatario dell’obbligo di dimora presso il comune di residenza con divieto di allontanamento dall’abitazione. Per T. C., vicino al movimento di estrema destra Forza Nuova e appartenente al gruppo ultras juventino «Antichi Valori», obbligo di dimora presso il comune di residenza con divieto di allontanamento dall’abitazione e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. B. A., militante di Forza Nuova, è stato sottoposto all’obbligo di dimora presso il comune di residenza con divieto di allontanamento dall’abitazione e all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Le accuse, formulate dagli inquirenti nei confronti dei cinque indagati, sono quelle di devastazione e saccheggio aggravato; violenza e resistenza a pubblico ufficiale aggravata. Al solo Franzoni, destinatario della misura cautelare in carcere, sono contestate anche l’istigazione a disobbedire alle leggi e la violazione della misura di prevenzione del divieto di ritorno nel Comune di Roma. Le misure cautelari sono arrivate grazie all’attività investigativa della Digos che con l’ausilio della Polizia Scientifica - coordinata dal procuratore di Roma Francesco Lo Voi, dal procuratore aggiunto Michele Prestipino e dal pm Gianfederica Dito - ha raccolto, attraverso la visione dei filmati, indizi solidi nei confronti degli indagati.

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