Domenica 22 Dicembre 2024

Trieste, diciassettenne ucciso per gelosia: così sarebbe finito nella trappola

Robert Trajkovic
Il sottoscala dove si trovava il corpo
L’esterno dell’edificio
La scala che porta all’ostello

Strangolato a 17 anni per gelosia. Il suo corpo è stato trovato abbandonato nel sottoscala di un palazzo di via Rittmeyer, in una zona centrale di Trieste. Per l'omicidio è già stato fermato un altro giovane, poco più grande della vittima: il movente, probabilmente, una ragazza contesa. È morto così Robert Trajkovic, scomparso da venerdì. Robert, raccontano gli amici, frequentava una ragazza di 19 anni. Ma il rapporto era osteggiato da un altro giovane, di 21, con cui la ragazza aveva avuto una relazione precedente e forse non del tutto conclusa.

Era sparito venerdì

Robert viveva nel rione di Valmaura, con i genitori e tre fratelli. La famiglia è di origini serbe. Lo studente mancava da casa da venerdì sera e per ritrovarlo la famiglia aveva lanciato appelli attraverso i social e i media locali. «Non rispondeva più al telefono», dice il fratello Christian. Secondo la ricostruzione della Procura, il ragazzo è stato ucciso con un laccio stretto intorno al collo la notte tra venerdì e sabato nel sottoscala dell’edificio al civico 13. Al primo piano ha sede un affittacamere, dove la 19enne, italiana, spiegano gli amici di Robert, alloggiava. Probabilmente il 17enne quella sera la stava raggiungendo.

Per il padre è stata un'imboscata

Per il padre della vittima, Peterm «si è trattato di un’imboscata: chi l’ha ucciso sapeva che stava andando dalla sua ragazza». Il cadavere è stato rivenuto ieri da un inquilino. Nell’area del ritrovamento anche alcune tracce di sangue. Le indagini, svolte dal Nucleo operativo dei carabinieri e coordinate dal sostituito procuratore Lucia Baldovin, hanno consentito di risalire in breve tempo al presunto autore dell’omicidio, il 21enne, da tempo residente a Trieste e, secondo quanto afferma il padre di Robert, originario del Marocco.

Il sospettato

L’interrogatorio dell’indagato, immediatamente disposto dal magistrato, non si è però potuto svolgere subito perché il giovane ha accusato un malore ed è stato portato in ospedale. Il 21enne è stato quindi sentito questa mattina, dopo le dimissioni dal nosocomio. Avrebbe reso alcune dichiarazioni in merito all’accaduto. Domani la Procura aprirà formalmente il fascicolo delle indagini preliminari, iscrivendo il reato di omicidio volontario.

L'eventuale complice

La famiglia non si dà pace. «È stata un’imboscata», insiste il padre di Robert, che allude anche alla possibilità che prima il ragazzo sia stato caricato a bordo di un’auto. E che all’aggressione abbia partecipato almeno un’altra persona. Ulteriori indagini verranno svolte nei prossimi giorni. Saranno sentiti, annuncia la Procura, tutti coloro che potranno fornire informazioni utili per fare piena luce sull'accaduto. Intanto, è stata disposta l’autopsia: l’incarico è stato affidato al medico legale Fulvio Costantinides, che ha già svolto i necessari rilievi sul luogo dell’omicidio.

Gli amici gli dicevano di lasciarla

La famiglia di Robert si è stretta nel dolore, così come gli amici, che avevano messo in guardia il 17enne invitandolo a interrompere la relazione. «Il 21enne aveva già dato uno schiaffo a Robert e tutti gli amici gli avevano detto di non frequentare più quella ragazza», afferma Fabia, la mamma del migliore amico di Robert. «A quanto ci risulta - spiega la donna - la ragazza aveva vissuto un periodo in Germania con il 21enne e si sarebbero dovuti sposare. Ma poi sono tornati a Trieste, si sono lasciati e lei ha cominciato a frequentare un po’ Robert. L’ex però non si era rassegnato. La 19enne diceva di aver interrotto la relazione con l’altro ma erano stati visti spesso assieme, anche ritratti in foto sui social. Per questo gli amici di Robert continuavano a dirgli che doveva togliersela dalla testa». E infine un ricordo commosso: «Conoscevo Robert da quando frequentava le elementari con mio figlio. Dormiva spesso qui da noi, erano amici fraterni, tanto che tra di loro si chiamavano “brate” che nella lingua di Robert significa fratello». La notizia del delitto è piombata in una città già scossa dalla vicenda di Liliana Resinovich, la donna scomparsa il 14 dicembre. Qui sotto le ultime notizie sulle indagini e le foto.

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