Martedì 24 Dicembre 2024

Marevivo, liberati i fondali delle Egadi e delle Ciclopi da oltre 3 quintali di reti: le foto

Recuperati oltre 3 quintali di reti abbandonate nei fondali siciliani
Le operazioni si sono svolte il 20 e il 21 settembre alla Secca di Punta Bassana a Marettimo
E il 24 e 25 settembre nei fondali delle Isole Ciclopi
Le operazioni sono state coordinate dalla Divisione Subacquea di Marevivo
Il progetto è denominato “Operazione reti fantasma nelle Aree Marine Protette”
L’operazione si è svolta con il supporto di Esselunga che tramite la campagna Salviamo il mare ha coinvolto i suoi clienti
 

Con le prime due attività dell’“Operazione reti fantasma nelle Aree Marine Protette” di Marevivo, con il supporto di Esselunga che tramite la campagna Salviamo il mare ha coinvolto i suoi clienti, sono stati recuperati oltre 3 quintali di reti abbandonate nei fondali siciliani (come si osserva dalle foto di Alessandro Pagano). Le operazioni si sono svolte il 20 e il 21 settembre alla Secca di Punta Bassana a Marettimo e il 24 e 25 settembre nei fondali delle Isole Ciclopi e sono state coordinate dalla Divisione Subacquea di Marevivo, con la preziosa collaborazione dell’Area Marina Protetta Isole Egadi, del Comune di Favignana, del Blu Teck Diving Marettimo, dell’Area Marina Protetta Isole Ciclopi, del Nucleo Subacqueo della Guardia Costiera di Messina, del Nucleo Carabinieri Subacquei di Messina, del Servizio Navale Carabinieri. «Le reti fantasma abbandonate o perdute - dichiara Rosalba Giugni, Presidente di Marevivo - costituiscono una seria minaccia per la vita marina. Queste attrezzatture, infatti, provocano la cattura di pesci e di altri animali come tartarughe, uccelli e mammiferi marini, che vi rimangono intrappolati con conseguenze spesso fatali per la loro vita, inoltre contribuiscono ad un'alterazione degli ecosistemi marini e rappresentano anche un pericolo per i subacquei. Tali conseguenze possono essere ancora più impattanti all’interno delle Aree Marine Protette, cioè in quelle porzioni di mare che godono della massima tutela. Se non vengono programmati interventi di rimozione, l'ammontare delle attrezzature da pesca sommerso, in gran parte realizzato in plastica, continuerà a crescere a dismisura e le conseguenze sugli ecosistemi marini saranno irreparabili. Questa campagna sarà fondamentale per ripristinare l’equilibrio e la funzione del nostro mare che, se in buona salute, produce più della metà dell’ossigeno che respiriamo e assorbe un terzo della CO2 di origine antropica». Il progetto, a livello nazionale, è patrocinato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, dal Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, ed è realizzato in collaborazione con il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, con il supporto di Esselunga.

leggi l'articolo completo