PARMA. L’ultimo saluto a Totò Riina di due dei quattro figli, Salvo e Maria Concetta, e della vedova Ninetta Bagarella è durato 30 minuti ed è stato scortato dalla Polizia. I familiari del boss di Cosa Nostra hanno potuto stare accanto alla salma del capo dei capi nelle camere mortuarie dell’ospedale di Parma, dove era ricoverato dal dicembre 2015, nel reparto detenuti. Hanno dovuto attendere la fine dell’autopsia, disposta quasi come atto dovuto dalla Procura emiliana che deve ancora concedere il nulla osta per il trasferimento della salma in Sicilia: dai primi esiti dell’esame, nessuna sorpresa o stranezza sulle cause della morte. I familiari di Riina non hanno versato lacrime in pubblico. E di fronte ai giornalisti, che li attendevano davanti all’istituto di Medicina legale, hanno reagito con ostilità: "Non ho niente da dire, ho dei figli minori. Vi denuncio", le parole di Maria Concetta, che ieri su Facebook aveva invitato al silenzio e oggi ha chiesto «rispetto per il dolore di una famiglia». «Non vi voglio neanche vedere», ha detto sempre ai cronisti la vedova Ninetta, sorella minore di Calogero e Leoluca Bagarella, mentre Salvo, occhiali da sole e apparenza imperturbabile, le apriva la portiera di una Fiat Panda, per poi entrare con lei nella struttura ospedaliera dal retro. «Là c'è un cadavere, ve ne dovete andare, questa non è stampa. Questo è scandalismo», ha sbottato l’avvocato Luca Cianferoni, per poi parlare, in una nota inviata quando era da poco entrato all’obitorio, di un’aggressione da parte dei media, riservandosi di presentare esposti. L’avvocato ha poi accompagnato i suoi assistiti, rimanendo fuori dalla camera mortuaria e lasciando insieme a loro l’ospedale, dopo la visita. Dall’autopsia, eseguita dal medico legale Rosa Gaudio, alla presenza di un consulente di parte nominato dalla famiglia Riina, non sarebbero emersi elementi particolari inaspettati. Il medico ha tempo 60 giorni per racchiudere in una relazione le proprie considerazioni sulle cause della morte, nell’ambito di un fascicolo per omicidio colposo che il Pm Umberto Ausiello ha aperto, a carico di ignoti, per fugare ogni dubbio. Le conclusioni si avvarranno degli esiti di prelievi ed esami che concorreranno a stabilire con esattezza come è morto Riina, 87enne, sofferente da tempo di plurime patologie e sottoposto recentemente a due interventi. Ora si attende solo di capire quando la salma potrà essere portata in Sicilia e quindi a Corleone, dove non ci sarà un funerale pubblico. Non c'è chiarezza sui tempi. Da un lato c'è bisogno del nulla osta del Pm, che fino al tardo pomeriggio non era ancora arrivato. Dall’altro ci sono procedure amministrative da compiere, che non si riescono a concludere nel week-end. Questo anche perché non si sta seguendo una procedura d’urgenza, ma un iter apparentemente ordinario, non diverso da quello di ogni cittadino.