Sabato 16 Novembre 2024

Lacrime e applausi per il "Boss delle cerimonie", fiume di gente ai funerali

Un momento dei funerali a Sant’Antonio Abate all’interno del ristorante “La Sonrisa“
 
Un flussoordinato e costante di parenti, amici e rappresentanti diimprese locali lo hanno omaggiato
 
La chiesa era piena già un’ora prima dell’ingresso del feretro di don Antonio
 
na ressa che ha sorpreso anche Don Carmine Pellegrino, giunto da Roma per celebrare i funerali.
 
A concelebrare tutti i quattro parroci di Sant’Antonio Abate.
 
La ressa dei curiosi è rimasta fuori dalla chiesa, accalcata sulla piazza antistante il sagrato
 
Tantissime persone hanno seguito a piedi il percorso di circa tre chilometri dal Castello di don Antonio alla chiesa del centro cittadino
 
Orchidee e rose bianche hanno accompagnato la bara del “boss“

SANT'ANTONIO ABATE. Annunziata è venuta da Cercola, comune della provincia di Napoli, con la sua bimba di sette anni. «Mi sono sposata alla Sonrisa otto anni fa e mia sorella 3 anni prima, poi abbiamo trascorso ogni Capodanno con don Antonio - racconta - Gli siamo affezionati come a un padre». C'è poi Salvatore, arrivato da Napoli, e tanti tantissimi che oggi hanno voluto salutare don Antonio Polese, il "boss delle cerimonie" come lo ha ribattezzato il famoso reality. Polese il patron della Sonrisa, hotel-ristorante che a Sant'Antonio Abate ha puntato tutto sul kitsch e la sontuosità. La chiesa era piena già un'ora prima dell'ingresso del feretro di don Antonio, morto a 80 anni in seguito a un arresto cardiaco. Un fiume di gente lo ha accolto. Una ressa che ha sorpreso anche Don Carmine Pellegrino, giunto da Roma per celebrare i funerali. «Non sapevo quanto fosse popolare, io lo conoscevo da 15 anni - racconta - una conoscenza dovuta a un istituto secolare che si ispira alla spiritualità di Padre Pio e al quale sono legati i giovani del posto. Tra loro ci sono anche i suoi nipoti e lui stesso era devoto al santo di Pietrelcina». A concelebrare tutti i quattro parroci di Sant'Antonio Abate. Una cerimonia funebre che è stata accompagnata da suoni e voci del Coro Polifonico Alfonsiano di Pagani che ha eseguito i canti liturgici e Alfonsiani, diretti da padre Paolo Saturno. Una cerimonia composta e molto partecipata. La ressa dei curiosi è rimasta, infatti, fuori dalla chiesa, accalcata sulla piazza antistante il sagrato. Tantissime persone hanno seguito a piedi il percorso di circa tre chilometri dal Castello di don Antonio alla chiesa del centro cittadino. Orchidee e rose bianche hanno accompagnato la bara del 'boss'. E poi applausi, tanti, dei suoi fan: almeno dieci durante il percorso. E così tra foto, dirette streaming e riprese anche con drone, in tanti hanno voluto salutare un volto «che ormai era come uno di famiglia». Commosse le parole di nipoti e dipendenti di Antonio Polese, al termine della messa. Tanti «grazie allo zio-papà di tutti per i valori della famiglia e della generosità che ha saputo trasmettere fino alla fine della sua esistenza». E poi il «grazie, grazie boss» del personale che lo ha sentito «sempre vicino e partecipe in ogni necessità». «Il sudario non ha tasche - ha ricordato padre Pellegrino pronunciando le parole di Papa Francesco - Si nasce poveri e nudi e si muore nudi e poveri. Ma l'amore resta e unisce, ne sono certo, non è per la popolarità di quest'uomo chiamato boss, don o zio, ma solo Antonio dal Signore, che siete venuti in tanti. È per la sua generosità e il suo grande cuore che ora siete qui. Per questo uomo che ha saputo sempre essere umile, anche quando ha raggiunto il successo. I suoi grandi carismi, quello dell'accoglienza e della bontà, lo rendono indimenticabile, come la sua capacità di regalare sogni. Erano effimeri? Lasciamolo giudicare al Signore».

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