SANT'ANTONIO ABATE. Annunziata è venuta da Cercola, comune della provincia di Napoli, con la sua bimba di sette anni. «Mi sono sposata alla Sonrisa otto anni fa e mia sorella 3 anni prima, poi abbiamo trascorso ogni Capodanno con don Antonio - racconta - Gli siamo affezionati come a un padre». C'è poi Salvatore, arrivato da Napoli, e tanti tantissimi che oggi hanno voluto salutare don Antonio Polese, il "boss delle cerimonie" come lo ha ribattezzato il famoso reality. Polese il patron della Sonrisa, hotel-ristorante che a Sant'Antonio Abate ha puntato tutto sul kitsch e la sontuosità. La chiesa era piena già un'ora prima dell'ingresso del feretro di don Antonio, morto a 80 anni in seguito a un arresto cardiaco. Un fiume di gente lo ha accolto. Una ressa che ha sorpreso anche Don Carmine Pellegrino, giunto da Roma per celebrare i funerali. «Non sapevo quanto fosse popolare, io lo conoscevo da 15 anni - racconta - una conoscenza dovuta a un istituto secolare che si ispira alla spiritualità di Padre Pio e al quale sono legati i giovani del posto. Tra loro ci sono anche i suoi nipoti e lui stesso era devoto al santo di Pietrelcina». A concelebrare tutti i quattro parroci di Sant'Antonio Abate. Una cerimonia funebre che è stata accompagnata da suoni e voci del Coro Polifonico Alfonsiano di Pagani che ha eseguito i canti liturgici e Alfonsiani, diretti da padre Paolo Saturno. Una cerimonia composta e molto partecipata. La ressa dei curiosi è rimasta, infatti, fuori dalla chiesa, accalcata sulla piazza antistante il sagrato. Tantissime persone hanno seguito a piedi il percorso di circa tre chilometri dal Castello di don Antonio alla chiesa del centro cittadino. Orchidee e rose bianche hanno accompagnato la bara del 'boss'. E poi applausi, tanti, dei suoi fan: almeno dieci durante il percorso. E così tra foto, dirette streaming e riprese anche con drone, in tanti hanno voluto salutare un volto «che ormai era come uno di famiglia». Commosse le parole di nipoti e dipendenti di Antonio Polese, al termine della messa. Tanti «grazie allo zio-papà di tutti per i valori della famiglia e della generosità che ha saputo trasmettere fino alla fine della sua esistenza». E poi il «grazie, grazie boss» del personale che lo ha sentito «sempre vicino e partecipe in ogni necessità». «Il sudario non ha tasche - ha ricordato padre Pellegrino pronunciando le parole di Papa Francesco - Si nasce poveri e nudi e si muore nudi e poveri. Ma l'amore resta e unisce, ne sono certo, non è per la popolarità di quest'uomo chiamato boss, don o zio, ma solo Antonio dal Signore, che siete venuti in tanti. È per la sua generosità e il suo grande cuore che ora siete qui. Per questo uomo che ha saputo sempre essere umile, anche quando ha raggiunto il successo. I suoi grandi carismi, quello dell'accoglienza e della bontà, lo rendono indimenticabile, come la sua capacità di regalare sogni. Erano effimeri? Lasciamolo giudicare al Signore».