ORVIETO. Il Trio ancora insieme per l'ultima volta, cercando di evitare quella "beatificazione a posteriori che lei avrebbe odiato", ma certo ormai senza più allegria. Hanno cercato di sdrammatizzare, non riuscendo tuttavia a trattenere le lacrime Massimo Lopez e Tullio Solenghi, accompagnando nell'ultimo viaggio Anna Marchesini, morta a 62 anni sabato scorso a Orvieto, città dove era nata.
Che però sono certi: "Prima o poi ci ritroveremo". I funerali dell'attrice si sono svolti nel pomeriggio nella chiesa di Sant'Andrea, nel pieno centro orvietano, dove centinaia di persone, del mondo dello spettacolo e gente comune, si sono strette intorno alla figlia ventitreenne Virginia e ai fratelli dell'artista, Gianni e Teresa.
Sono stati proprio Lopez e Solenghi a tenere sottobraccio, quasi a sorreggerla, Virginia, all'entrata in chiesa, e poi a portare in spalla il feretro - sormontato da un cuscino di fiori bianchi - alla fine della cerimonia. "Il Trio si ricomporrà prima o poi, ci ritroveremo" hanno detto i due artisti uscendo.
"Andiamo avanti" hanno aggiunto. "Per tutta Italia se ne è andata la Marchesini - ha quindi sottolineato Solenghi alla fine del rito, con accanto Lopez -, ma per noi se ne è andata soprattutto Anna. Una compagna di giochi, una sorella. Una di famiglia con la quale abbiamo vissuto 12 anni. Grazie a lei abbiamo creato tutte le cose che sono rimaste nella memoria degli italiani". L'attore ha quindi ricordato "l'intransigenza, il voler fare sempre il meglio" della Marchesini "anche a prezzo poi di pagarlo".
"Lei da lassù - hanno ribadito i due artisti - dirà: 'ma cosa sono queste facce, sembra un funerale...'". Lopez e Solenghi avevano parlato poco prima anche dal pulpito della chiesa. "Quando ho saputo che era morta - ha detto Lopez - ho sentito come uno strappo, ho immaginato una luce che si spegne. Ora però si è riaccesa. Ci sarà sempre, fortemente, nel cuore di tutti".
"Voglio evitare una cosa che avrebbe odiato - ha aggiunto Solenghi tra le lacrime -, la beatificazione posteriore. Di lei voglio quindi ricordare quanto sia stata scomoda, perché era sempre alla ricerca dell'impossibile e dell'inconsueto, della via più difficile e complicata. Ma è così che ci ha fatto diventare unici, artisticamente e umanamente". Ad officiare la cerimonia funebre è stato don Luca Conticelli, il parroco di Sant'Andrea, dove la Marchesini era cresciuta, insieme a don Danilo Innocenzi.
"È stata una grande persona - ha detto quest'ultimo durante la sua omelia -, ha indossato tante maschere facendoci ridere, ma rimanendo sempre sé stessa. L'arte più bella che ci ha insegnato è stata quella di vivere". Al termine del rito funebre, gli orvietani hanno salutato la loro concittadina con un lungo applauso e le campane a festa. Fuori dalla chiesa, dopo un temporale improvviso iniziato quando il feretro è arrivato, è tornato il sole. E la gente rimasta in piazza per le chiacchiere del pomeriggio si è abbandonata ai ricordi degli sketch di Anna. Quelli rimarranno che rimarranno indelebili, ad Orvieto e non solo.
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