Domenica 17 Novembre 2024

Strage sui binari, la Puglia si stringe
attorno alle vittime: le foto dei funerali

BARI. È il giorno dell'estremo saluto ad Andria a 13 delle 23 vittime del disastro ferroviario del 12 luglio scorso in Puglia. «Temiamo che per troppi anni e per tante persone queste terre siano state considerate le periferie dell'Italia, quelle periferie alle quali il nostro Papa Francesco ha fatto tante volte riferimento». Lo ha detto il vescovo di Andria, mons.Luigi Mansi, ai funerali di 13 delle 23 vittime del disastro ferroviario avvenuto in Puglia. «Speriamo che si sospenda questo fare - ha detto ancora - e che ci si occupi dei diritti di tutte le persone a cominciare dai più deboli e fragili, a cominciare proprio dalle periferie». «Le nostre coscienze sono state addormentate da prassi che ci sembrano normali ma non lo sono: quelle prassi dell'economia in cui non si pensa alla vita delle persone ma alla convenienza e all'interesse, senza scrupoli e con piccole e grandi inadempienze del proprio dovere». I parenti delle altre 10 persone morte nello scontro hanno preferito celebrare i funerali nella loro città di residenza. Ecco in breve le storie delle 23 vittime: Pasquale Abbasciano, di Andria, 61 anni, era il macchinista di uno dei due treni coinvolti nello scontro. A settembre sarebbe andato in pensione. Giuseppe Acquaviva, di Andria, 59 anni, viaggiava con sua sorella Serafina, di 62 anni. Lui l'aveva accompagnata a Bari per degli esami medici: entrambi non sposati, vivevano insieme e sono morti insieme. Maria Aloysi, di Bari, 50 anni. Sposata e con due figli, andava quasi ogni giorno ad Andria per fare visita al padre. Quella mattina ha preso il treno all'ultimo minuto. Alessandra Bianchino, 29 anni, di Trani. Faceva volontariato ed era prossima alla laurea. Rossella Bruni, 22 anni, studentessa di Lettere amava scrivere racconti sul suo blog. Pasqua Carnimeo, di Modugno di 30 anni. Patty lascia una figlia di due anni e mezzo. Faceva l'estetista e andava tutti i giorni a Bari al lavoro in treno. Enrico Castellano, di Ostuni, 74 anni, dirigente bancario in pensione, viveva tra Torino e Cuba. Era tornato lunedì in Puglia per festeggiare l'onomastico in famiglia. Luciano Caterino, di Ruvo di Puglia, di 37 anni, è l'altro macchinista morto nello scontro. Guidava il convoglio giallo, quello proveniente da Bari. Michele Corsini, di Milano, di 61 anni. Aveva un bar nel centro di Barletta. Albino De Nicolo, 57 anni, di Terlizzi, una vita da ferroviere, era il capotreno di uno dei due convogli. Salvatore Di Costanzo, di Bergamo, 56 anni, agente di commercio, andava ad Andria per un appuntamento di lavoro: volato di prima mattina da Orio al Serio, era atterrato all'aeroporto di Bari. Giulia Favale, nata in Francia, di 51 anni, insegnante di lingue al liceo, viaggiava con la figlia che è ferita, ma si è salvata. Nicola Gaeta, di Bari, 57 anni. Anche lui ferroviere, capostazione, quel giorno era stato richiamato in servizio per sostituire un collega malato. Aveva preso il treno a Bari per prendere servizio a Barletta. Jolanda Inchingolo, di Andria, di 25 anni, laureanda, si sarebbe dovuta sposare a settembre. Benedetta Merra, di Andria, di 53 anni. Era andata Bari per un controllo medico. Poco prima dello schianto aveva chiamato casa per avvertire che stava tornado. Donata Pepe, di Cerignola, di 63 anni. Viaggiava con il nipotino di 7 anni che si è salvato grazie all'abbraccio della nonna. Maurizio Pisani, di Pavia, di 51 anni. Giudice di uno dei talent show 'La ricetta perfetta'. Era in vacanza con la famiglia. Giovanni Porro, di Andria, 60 anni. Impiegato pubblico, faceva il pendolare per lavoro. Fulvio Schinzari, di Galatina, 59 anni, vicequestore aggiunto della polizia, stava tornando al lavoro dopo le ferie. Da Andria, dove viveva con la moglie e due figlie, era diretto a Bari dove dirigente l'ufficio del Personale della Questura. Antonio Summo, di Terlizzi, solo 15 anni, è il più giovane delle vittime. Tornava a Ruvo di Puglia da Andria, dove aveva sostenuto gli esami per superare due debiti all'istituto industriale. Francesco Ludovico Tedone, di Terlizzi, 17 anni, era da poco rientrato dal Giappone dove aveva trascorso un anno di studio con Intercultura. Gabriele Zingaro, di Andria, aveva 23 anni e da poco aveva trovato lavoro in una fabbrica di Modugno (Bari). Era andato al Policlinico per farsi controllare una ferita che si era procurato in un infortunio sul lavoro.

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