Lunedì 25 Novembre 2024

Usura, 5 arresti a Troina. Tra i truffati un rivenditore d'auto di Gela

Giuseppe Sotera
Domenico Sotera (classe 1988)
Domenico Sotera (classe 1985)
Serafino Impellizzeri
Salvatore Barbera
Salvatore Suraniti
TROINA. Un giro di usura fatto di piccoli prestiti ad imprenditori, commercianti e famiglie, che andavano dai mille ai 3 mila euro, ma con un giro d’affari annuo stimato in 600 mila euro è stato scoperto dalle Fiamme gialle di Nicosia. I tassi di interesse praticati arrivavano al 938% annuo. Sequestrati 52 mila euro in contanti e contestata anche la truffa legata all’emissione di assegni scoperti. Complessivamente erano stati effettuati acquisti, attraverso il sistema del “furto di identità”, di oggetti in oro, cancelleria, ricambi auto e autovetture usate per un totale di circa 45 mila euro. La truffa più consistente quella ai danni di uno dei più grossi rivenditori di auto usate di Sicilia con sede a Gela che per la vendita di 7 auto si è visto rifilare assegni, non coperti, per 39.400 euro. Sei le misure eseguite a carico di altrettanti uomini, tutti troinesi, specializzati anche nella spendita di banconote false. A capo dell’organizzazione Giuseppe e Domenico Sotera rispettivamente zio e nipote. Per loro è scattato l’arresto e il trasferimento nel carcere di Enna. Arresto, ma ai domiciliari, per Domenico Sotera, classe 1988 figlio di Giuseppe, per Serafino Impallizzeri e Salvatore Suraniti. Per Salvatore Barbera solo obbligo di dimora e divieto ad uscire di casa nelle ore notturne. L’indagine era partita a novembre dello scorso anno dopo che si era scoperto che a Capizzi, paesino in provincia di Messina, e Troina circolavano banconote false da 5 euro. Ma è stato con le intercettazioni telefoniche che è emerso come il giro fosse ben più ampio e strutturato. Poi la denuncia del rivenditore gelese aveva chiuso il cerchio. “L’operazione era partita con una perquisizione mirata – spiega il tenente Vittorio Di Bernardo che comanda la Tenenza nicosiana – per arrivare alle banconote false”. Ne sono state trovate 9, della stessa matrice. “Erano scattate le intercettazioni ed è emerso – continua il tenente Di Bernardo – come l’affare girava tutto attorno all’usura”. Imprenditori, commercianti e famiglie che si rivolgevano all’organizzazione capeggiata da Giuseppe e Domenico Sotera, rispettivamente fruttivendolo e titolare di un autosalone, erano a corto di liquidità, in difficoltà finanziaria ed a rischio di insolvenza e per questo impossibilitati a rivolgersi alle banche. Nessuna delle vittime ha mai denunciato, ma sentiti dalle Fiamme gialle, nel corso delle indagini, hanno confermato.
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