Al Pacino fa il bis al Lido tradepressione e amore. Due i suoi film ’Manglehorn’ di DavidGordon Green, in concorso al Festival di Venezia, e ’TheHumbling’ di Barry Levinson fuori concorso. In entrambi AlPacino interpreta un depresso in amore. Nel primo è un fabbroossessionato da un amore finito, nel secondo, un attoreteatrale, non più giovane, che ha perso ispirazione, pubblico evoglia di vivere. Finchè una ragazza appare all’orizzonte.
Intanto ’Manglehorn’ di David Gordon Green con protagonistaAngelo Manglehorn, ossessionato da un amore perduto e maidimenticato di nome Clara. Ex allenatore e con un passatooscuro, oggi Angelo ha un negozio di fabbro e vive in provinciacon la sua amata gattina Fannie. Ha un figlio e una nipotina(Kylie), ma il suo cuore sta in una stanza segreta della suacasa dove conserva le migliaia di lettere scritte a Clara erespinte al mittente, più suoi ricordi e foto.
Manglehorn, che era uno in gamba e ora è solo un depresso,«un uomo rabbioso» che si definisce «invisibile», peròincontra a un certo punto una donna che lo aiuta e rimettereinsieme i pezzi del suo cuore. Frase cult del film:«se voglio parlare con uno stupido vado acasa e mi metto allo specchio».
Di diversa natura ’Manglehorn’ di David Gordon Green (duevolte premio Oscar con Rain man, regia e per il miglior film) in cui Al Pacino è affiancato da una delle muse del cinema indieamericano Greta Gerwig. Tratto dal libro di Philip Roth’L’umiliazionè il film narra appunto la zona scura in cui siagita Simon Axler, mitico attore di teatro che a 67 anni perdecreatività, pubblico e voglia di vivere.
Insomma un grande attore sul viale del tramonto che il suoagente non sa come convincerlo a tornare in scena. Quando tuttosembra perduto entra nella sua vita Pegeen (Gerwig), una ragazzacon 38 anni meno di lui e figlia di suoi vecchi amici. Una donnapericolosa capace di distruggere tutte le persone che ama e chesi lascia andare all’erotismo senza alcuna inibizione.
In realtà Pegeen è attratta dalle donne, ma sembra fareccezione per il grande istrione che a un certo punto rinasce anuova vita. Simon Axler tornerà così sulla scena e, forse non acaso, con il Re Lear, dramma shakespeariano sulla vecchiaia. Maalla vigilia del debutto accade qualcosa che potrebbedistruggerlo o farlo rinascere del tutto.
«Aveva perso la sua magia. L’impeto era venuto meno. Inteatro non aveva mai fallito, tutto ciò che aveva fatto erastato valido e convincente, poi gli era successo una cosaterribile: non era più capace di recitare. Andare in scenadivenne un tormento». Questo l’incipit de L’umiliazione diRoth. Infine, frase cult del film di derivazione shakespeariana:«che se ne vada in perdizione l’animo mio, ma quanto tiamo».(A
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