Addio a ’Gabo’. L’annuncio della morte di Gabriel Garcia Marquez nella sua abitazione a Città del Messico è stato dato dai media colombiani. In pochi istanti, i media latinoamericani hanno rilanciato la notizia. Ad Aracataca, il piccolo villaggio dove era nato 87 anni fa, sono suonate le campane per ricordare il premio Nobel della letteratura del 1982, mentre a Città del Messico, dove lo scrittore viveva dagli anni ’60, cronisti e ammiratori hanno subito stretto d’assedio la sua abitazione. Poco dopo, nel confermare la morte, il presidente della Colombia Juan Manuel Santos ha scritto su twitter: “Mille anni di solitudine e tristezza per la morte del più grande dei colombiani di tutti i tempi. Solidarietà e condoglianze a Gabo e alla famiglia“.
Il medico aveva sottolineato la sua “età, i problemi avuti ultimamente e le patologie“. Per giorni si era parlato di una polmonite, poi però un giornale messicano aveva riferito di una metastasi di un cancro che lo aveva colpito dodici anni fa. Ieri, però, il presidente Santos aveva smentito questa diagnosi, indicando che i problemi di salute erano dovuti ad “una polmonite e all’eta“.
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