Giovedì 02 Maggio 2024

Delitto Meredith, tutte le tappe del giallo di via della Pergola

Il giorno dopo la sentenza d’appello per il delitto di Meredith Kercher che ha condannato Amanda Knox a 28 anni e Raffaele Sollecito a 25, ecco le tappe di uno dei più intricati casi di omicidio, iniziato la sera del primo novembre 2007 a Perugia. Qui venne uccisa Meredith, studentessa inglese di 22 anni,in Italia per Erasmus, con una coltellata alla golanel proprio appartamento. Il corpo viene trovato il giorno dopoin camera da letto, coperto da un piumone. A occuparsi delleindagini è la polizia con la squadra mobile del capoluogo umbroe il Servizio centrale operativo. Questi i protagonisti dellavicenda processuale relativa all’omicidio di Meredith Kercher,avvenuto a Perugia la sera dell’1 novembre 2007.La vittima era nata il 28 dicembre 1985a Londra. In Inghilterra aveva frequentato l’Università diLeeds. Giunta a Perugia circa un mese prima del suo omicidiograzie al programma Erasmus, all’Università del capoluogo umbrostudiava storia del cinema, letteratura inglese e linguafrancese. La sua salma riposa ora in un cimitero alle porte diLondra dove vive la famiglia.
 
 
 
 
 
 
 
Il 27 maggio del 2008, il gip Claudia Matteini, su richiesta dellaprocura, archivia il procedimento penale nei confronti diPatrick Lumumba. Il 19 giugno, invece, i pm Giuliano Mignini e Manuela Comodi depositanol’atto di chiusura indagini. Per loro Meredith Kercher fu uccisada Amanda, Raffaele e Rudy per futili motivi.Il 16 settembre, il gup Paolo Micheli accoglie la richiesta di ritoabbreviato per Guede.Il 18 ottobre, i pm chiedono al gup di Perugia la condannaall’ergastolo per Guede e il rinvio a giudizio per Sollecito ela Knox.
 
 
Il 15 dicembre del 2011, vengono depositate le motivazioni. Secondo i giudici disecondo grado i «mattoni» su cui si è basata la condanna«sono venuti meno»: c’è una «insussistenza materiale» degliindizi, dalle tracce di Dna all’arma del delitto. El’ordinamento «non tollera la condanna dell’innocente».Si arriva così al 25 marzo del 2013, quando il processo ad Amanda e Raffaele approda inCassazione. Il pg chiede l’annullamento della sentenza diassoluzione, definita un «raro concentrato di violazioni dilegge e di illogicità».
 
 
Il 17 dicembre del 2013, Amanda invia una lettera alla Corte: «Non sonopresente in aula perchè ho paura. Ho paura che la veemenzadell’accusa vi impressionerà»’.L’ultimo atto prima della sentenza di ieri, si svolge il 20 gennaio scorso quando il pg Alessandro Crini chiede «l’applicazione diuna misura cautelare» nei confronti di Amanda Knox e RaffaeleSollecito in caso di condanna.
leggi l'articolo completo