E’ destino che i rapporti tra il neo ministro all’Integrazione, Cecile Kyenge, e la Lega Nord non possano filare lisci. Quando non sono le polemiche sulla cittadinanza o i temi dell’immigrazione a tener banco, ci si mette un ’giallo’ sulla mancata stretta di mano, oggi a Milano, tra la ex portavoce della rete Primo Marzo e il capogruppo del Carroccio in Consiglio comunale. La mattinata milanese della Kyenge era inizialmente filata liscia. Partecipa alla cerimonia di consegna della cittadinanza simbolica - organizzata dal Comune del capoluogo lombardo al Castello Sforzesco - ai minorenni, nati in Italia e residenti in città, figli di immigrati. Bandierine tricolori e applausi. Quindi, le interviste di rito e “l’uscita di scena“. Ma è qui che accade il presunto “incidente diplomatico“. L’esponente ’lumbard’ prova ad avvicinarsi al ministro, ma viene prontamente bloccato a distanza dalla scorta. A niente servono le presentazioni. Gli uomini della sicurezza accompagnano la Kyenge all’auto ma Morelli, inizialmente allontanato, ritorna alla carica. Mano distesa in avanti (sempre a distanza) e la richiesta: “Ministro, posso stringerle la mano, sono Alessandro Morelli, il capogruppo della Lega in Consiglio comunale“. Niente da fare, il ministro viene portato in auto. “Neppure la mano?“, protesta ancora Morelli. “Scappa di fronte ad un cittadino che vuole presentarsi e stringerle la mano“, è l’accusa lanciata dal leghista, che spiega: “Avrei voluto informare il ministro della nostra campagna ’Clandestino e’ reatò e spiegarle le nostre ragioni, ma anche solo farle capire, attraverso un gesto distensivo, che la nostra è e sarà una battaglia durissima contro le sue idee che non uscirà mai dai termini democratici della politica“. Lettura diversa dell’episodio è quella che invece arriva dallo staff dell’esponente del Governo, che minimizza: “E’ un problema di sicurezza, la Kyenge e la scorta non conoscevano Morelli e si sono attenuti alle normali procedure di sicurezza“. Spiegazione che però non soddisfa il consigliere. “Peccato, perché il ministro ha dimostrato totale sdegno istituzionale ma soprattutto menefreghismo di fronte a un cittadino che serenamente si presenta a un suo rappresentante, degradando coi fatti le sue qualità di politico e di persona“.
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