Uno slogan tipo Csi, «Elimina tuttele tracce». Due manifesti pubblicitari: in uno, un uomo inprimo piano regge un panno antipolvere, e sullo sfondo da unletto sfatto spuntano due gambe femminili inanimate; c’è anchela par condicio tra i sessi, perchè nella seconda affissione iruoli sono invertiti, la donna ha in mano lo straccio e dietrodi lei, sul pavimento, c’è il «cadavere» di un uomo. Sullacampagna ideata da una azienda di Casoria (Napoli) infuria lapolemica: il primo dei due manifesti viene ritenuto istigazionealla violenza sulle donne. E la bufera arriva in Parlamento, conun folto gruppo di elette che chiede l’intervento del presidentedella Camera, Laura Boldrini.
L’azienda sotto accusa, la Clendy, si dice stupefatta difronte a tanto clamore. «È la classica tempesta in unbicchiere d’acqua. C’è stata una lettura distorta delmessaggio. Ovviamente non c’è alcuna istigazione alfemminicidio: chi lo afferma lo fa in maniera davveroimpropria», assicura il consulente marketing dell’azienda,Stefano Antonelli. «La ditta - spiega - voleva far levasull’ironia del messaggio»: sul manifesto si vantano le dotidel nuovo prodotto che «“ammazza“ lo sporco». «Ci dispiaceche ci sia stato questo clamore mediatico - aggiunge Antonelli -è semplicemente un messaggio pubblicitario, come tanti altri,che serve a richiamare l’attenzione. Nessun intento offensivoverso le donne, come dimostra anche la doppia versione delmanifesto. Anzi da ieri sera siamo noi ad essere oggetto dimessaggi offensivi».
Caricamento commenti
Commenta la notizia