Per circa due ore Melania Tumini ha raccontato, attenta a non incrociare lo sguardo con la sua ex amica, quanto ha visto a quella festa dove ha provato solo “disagio e imbarazzo“ anche perché si trattava non di persona qualunque ma del “presidente del Consiglio“. Come aveva già fatto al processo gemello dove é imputato l’ex premier, ha parlato della cena e del dopocena nella sala del bunga-bunga, dei travestimenti da infermiera, poliziotta o uomo (“la Minetti indossava un paio di culottes, una camicia e una cravatta“) e degli spogliarelli che non erano certo “gare di burlesque“. Mentre la ex showgirl ascoltava quasi impassibile, giocherellando di tanto in tanto con una ciocca di capelli, ha proseguito: “Le ragazze si toccavano tra di loro e toccavano o venivano toccate dal presidente sul seno, sul sedere e da altre parti“, cioé “in mezzo alle cosce“.
“Le avevo scritto con molto affetto che le consigliavo di cambiare strada - ha spiegato - e lei mi rispose di aver compreso le mie parole aggiungendo: ’chiamami, prometto di non portarti piu’ a nessun bunga-bungà“. “No assolutamente, imbarazzo no“, ha affermato in una pausa di udienza Nicole Minetti. Un po’ di vergogna? “Assolutamente no“, ha replicato ancora. E a chi le ha fatto notare che in aula erano state pronunciate parole poco piacevoli nei suoi confronti, ha sorriso dicendo “C’est la vie“. Tra le testimoni, c’é stata anche Caterina Pasquino, la ragazza con cui Ruby ha condiviso casa a Milano e che il 27 maggio di due anni fa l’ha denunciata per furto, facendo così finire Karima in Questura e dando così il via all’inchiesta giudiziaria. Nel pomeriggio davanti ai giudici a ripetuto in sostanza quanto aveva già affermato nel processo a carico dell’ex premier, ma, in più, ha sostenuto di aver ricevuto, per via della denuncia, “una telefonata dalla Minetti e da Michelle Conceicao, che mi hanno gridato ’ti facciamo il culo. Poi la brasiliana si è scusata’“.
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