Lo show, per esserci, c’è stato.L’Exibition Centre di Earls Court, storico polo espositivo dellacapitale britannica, è infatti enorme e la Samsung lo hariempito tutto di partner e giornalisti. La lotta, nel settoredegli smartphone, è d’altra parte spietata e il nuovo Galaxysulle spalle avrà un peso enorme. Quello della sfida a Apple.Quindi rullo di tamburi - o meglio, corde di violino dellaLondon Metropolitan Orchestra - ed eccolo l: il Galaxy S III.«Sulla vera natura di questo telefono ci sono stati moltissimirumor ed elucubrazioni», ha detto per prima cosa, salendo sulpalco gigante da concertone Jk Shin, presidente e capo dellasezione comunicazione mobile. «Alcuni si riveleranno corretti,altri no. Di certo questo è il miglior smartphone della suaclasse». Ovvero la piattaforma Android di Google. Partiamo dallespecifiche. Un display full HD da 4,8 pollici - 12,2 centimetri- basato su tecnologia super AMOLED. Il che significa il 22% piùgrande del suo predecessore. Poi una camera da 8 megapixel. Iltutto compresso in 8,6 millimetri di spessore per 133 grammi dipeso.
Ma al di là dei meri numeri sono le funzionalità che fanno ladifferenza. La Samsung, nella sua presentazione, ha insistitopi— volte sul concetto di un «design pensato per gli uomini masuggerito dalla natura». «Oggi - ha detto un portavoce - siamocircondati da tecnologie ’smart’: telefoni, televisioni, persinolavatrici. Noi crediamo si debba andare oltre. Questo è unprodotto che anticipa i nostri desideri». Ecco allora lafunzione che permette di attivare il telefono solo con losguardo. O meglio, è il cellulare che capisce quando vogliamo loschermo attivo o meno. Poi c’è S Voice. Ovvero il controllovocale - più o meno come Siri della Apple. La differenza, pernoi italiani, è che Samsung al suo ultimo figliolo ha insegnatoanche la lingua di Dante.
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