Martedì 21 Maggio 2024

Abbandonato in un cassonetto, cane salvato dai vigili a Palermo

Denutrito, attaccato dai parassiti, chiuso dentro un sacco di plastica e gettato dentro un cassonetto sotto la canicola. Era oramai allo stremo delle forze e sarebbe morto se non fossero intervenuti i vigili urbani. Adesso è ricoverato in gravi condizioni al canile municipale, è in prognosi riservata ma sta rispondendo bene alle cure e nel giro di qualche giorno potrebbe riprendersi definitivamente. Protagonista di questa storia è un cane, un bastardino bianco di media taglia. I suoi “angeli“ custodi sono stati tre vigili del nucleo autovelox: Pietro Tarantino, Giuseppe Pirrello e Rosario Monaco. “Il cane è ancora molto debole – sottolinea Tarantino – è ancora sotto osservazione, ma si è certamente ripreso. Quando l’abbiamo trovato non aveva più nemmeno la forza di abbaiare, si sentiva solo un lieve guaito, era troppo debilitato“.Tutto è iniziato giovedì intorno alle 11. La pattuglia era in servizio con l’autovelox sulla circonvallazione nei pressi di via Belmonte Chiavelli. L’apparecchiatura fotografava gli indisciplinati che sfrecciavano sulla carreggiata centrale, mentre i vigili erano fermi sulla carreggiata laterale. Ad un certo punto si è avvicinato un uomo che ha riferito loro di avere notato un sacchetto che di certo all’interno conteneva qualche animale ancora vivo. E i vigili sono subito intervenuti. Il cassonetto si trovava proprio sotto il sole, l’interno era diventato una sorta di forno. “Quando abbiamo guardato dentro il cassonetto – racconta Tarantino - non potevamo credere ai nostri occhi: dentro un sacco nero usato per la spazzatura c’era chiuso il cane. Lo abbiamo liberato, ansimava, non aveva la forza di abbaiare e non si reggeva nemmeno in piedi. Ancora qualche minuto e probabilmente sarebbe morto“. Quindi i vigili lo hanno trasportato al canile municipale dove è stato sottoposto alle cure e adesso sta meglio. “Purtroppo non aveva il microchip e quindi non siamo potuti risalire al proprietario – dice Tarantino -. Adesso, per fortuna, Argo, così l’abbiamo chiamato, sta meglio. E’ un cane che ha sofferto molto. Lancio un appello affinchè, una volta guarito, possa trovare casa. Possa avere un padrone al quale dare e ricevere affetto“ (Testo di Giuseppe Cadili. Nella foto Argo assieme al commissario Caterina Saccomanno e all’ispettore Claudio Manzo)
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