"Le cose ritrovate" della regista Chiara Bazzoli sarà presentato come unico film italiano in concorso il 29 agosto all'International Documentary & Short Film Festival Of Kerala, prestigiosa rassegna in corso in India. Al centro del documentario la memoria del terremoto nella Valle del Belìce del 1968. Le riprese del film sono ambientate tra i paesi coinvolti nel sisma di 54 anni fa.
Il documentario, prodotto dalla Fondazione Apulia Film Commission e Fondazione "Con il Sud" nell’ambito del progetto Social Film Production Con il Sud, è stato realizzato dalla Effendemfilm, dalla Rete Museale e Naturale Belìcina e dall’Associazione Amici di Don Peppuccio Augello O.D.V., partner di progetto.
A fare da sfondo alle scene del documentario sono i ruderi ed i luoghi che ancora portano i segni del terremoto del Belìce, con tutto il loro carico evocativo, immaginati dalla regista, come opere di Land Art. Le persone del luogo, che hanno vissuto quell'esperienza tragica e che rimangono legati al loro passato attraverso un ricordo, una fotografia, una poesia, una canzone, sono chiamate a descrivere e dare un titolo alle simboliche opere d'arte
“Incredibile e bellissimo che le storie ed il territorio della Valle del Belìce vengano visti ed ascoltati così lontano. Personalmente ne sono molto contenta”, ha detto la regista Chiara Bazzoli che anticipa l'esordio del suo film, alla vigilia della prima in programma al festival internazionale di Kerala di “Le cose ritrovate”, che presto approderà anche in Sicilia.
“L'Associazione Rete Museale e Naturale Belicina continua nella sua opera di divulgazione della realtà di un territorio ricco di passato e di presente - dice il presidente dell'Associazione, Giuseppe Maiorana - . Tramite il lavoro del direttivo e l'apporto dei nostri soci procediamo nella strada intrapresa in questi anni, lavorando sulla dimensione nazionale ed internazionale del Belìce, nelle sue componenti sociali e culturali".
"Per noi è stato un piacere ed un onore contribuire fattivamente alla realizzazione del documentario di Chiara Bazzoli, amica della Rete e regista di grande sensibilità - continua Maiorana - . E sapere che un film ambientato nel Belìce fa il suo debutto ad una rassegna così importante, in India, ci inorgoglisce ancora di più, perché è un riconoscimento alla memoria che cerchiamo di tutelare e tramandare”.
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