La corsa e la zampata del 2-0 sono l'immagine che San Siro si porta a casa, dopo i 90 intensi minuti contro il Lecce. Il graffio finale di Leao vale il biglietto, con un’azione che tanto da vicino ricorda l’allungo del Maradona per il gol di Giroud. Non che i salentini siano stati vittime sacrificali, ma che fosse la serata del portoghese è stato chiaro nei due tempi: prima lo stacco di testa per il gol del vantaggio. Poi, prima del raddoppio, quel tocco sotto per far arrabbiare Pioli, ripagato appena dopo dal gioiello che ha chiuso la gara. C'era bisogno di questo per i rossoneri, perché neanche l’impresa di Champions aveva fatto dimenticare al tecnico rossonero la tentennante rincorsa a un posto tra le prime quattro di A. Dopo il Mondiale, 5 partite vinte a fronte di 4 sconfitte, ma anche di 6 pareggi, con una differenza reti in passivo, con 20 gol fatti e 21 subiti. Che Pioli non potesse accontentarsi di questi numeri era evidente, lui che proprio con il Lecce aveva esordito sulla panchina rossonera il 20 ottobre 2019, nel giorno del 54esimo compleanno. Ricordando quel 2-2 e per evitare analogo epilogo, con il Lecce l’allenatore non mescola troppo le carte e sceglie l’undici migliore. Riposano solo Bennacer e Kjaer, con Messias che ritrova il campo dal primo minuto e Rebic che si guadagna la terza consecutiva da titolare. Proprio il croato manca l’aggancio su un’azione dalla sinistra di Theo Hernandez al 12', prima che ci provi Tonali con una botta dalla distanza, respinta di Falcone. Lo stesso Theo si trova poi con la sua capigliatura fucsia sul verde dell’erba in area di rigore. Per Chiffi è rigore, per il Var il contatto è sul pallone. Il Lecce lo ferma invece il palo: è il minuto 19 Gendrey dalla destra taglia l’area, la difesa milanista non interviene e da due passi Banda centra il legno di testa. Il Lecce si ingolosisce e ci prova ancora con Banda e poi Oudin dalla distanza. Poi il gol: a 6' dall’intervallo, schema su corner e Tonali la alza per la testa del portoghese. L’occasione salentina arriva nel recupero sempre su angolo, con il colpo di testa di Baschirotto respinto a due passi dalla linea da Messias. Al cambio campo, Thiaw prova un destro e il gomito di Hjuldmand - giudicato attaccato al corpo - lo mura. Le ripartenze messapiche sono quelle di Banda e Di Francesco e la partita resta viva anche per l’approccio permissivo di Chiffi. Da una parte Strefezza fa volare il braccio di richiamo di Maignan, poi poco dopo Blin manca una deviazione da due passi. Dall’altra, Leao tenta la giocata: vince un uno contro uno e prova il colpo sotto per il colpo a effetto. Sono prove generali del capolavoro del 29': parte dalla propria metà come era stato a Napoli, salta Baschirotto, doppio passo e sinistro che bacia il palo e fa 2-0. La strada diventa in discesa: Diaz si concede un tocco sotto per il tiro al volo di Theo, Rebic e Saelemaekers tentano di mulinare le gambe per nascondere il pallone. Giocate che non cambiano più il risultato, ma che lanciano un messaggio: oltre ai tre punti, il Milan ha ritrovato leggerezza anche in campionato.
Milan-Lecce 2-0
RETI: pt 40' Leao; st 30' Leao MILAN (4-2-3-1): Maignan 6; Kalulu 6, Thiaw 6 (14' st Kjaer 6), Tomori 7, Hernandez 6.5; Krunic 6, Tonali 6.5 (14' st Bennacer 6.5); Messias 6 (14' st Saelemaekers 6), Diaz 6.5 (33' st De Ketelaere sv), Leao 8 (34' st Origi sv); Rebic 5.5. In panchina: Tatarusanu, Mirante, Ballo-Tourè, Gabbia, Florenzi, Adli, Bakayoko, Vranckx, Ibrahimovic. Allenatore: Pioli 6.5 LECCE (4-3-3): Falcone 6; Gendrey 5 (34' st Romagnoli sv), Baschirotto 5.5, Umtiti 6, Gallo 5.5; Blin 5.5 (30' st Gonzalez sv), Hjulmand 6, Oudin 5.5; Banda 6 (34' st Maleh sv), Ceesay 6 (21' st Voelkerling 6), Di Francesco 5 (20' st Strefezza 6). In panchina: Bleve, Askildsen, Tuia, Helgason, Ceccaroni, Brancolini, Cassandro, Pezzella. Allenatore: Baroni 5.5 ARBITRO: Chiffi di Padova 5.5 NOTE: cielo sereno; terreno di gioco in buone condizioni. Ammonito: Thiaw. Angoli: 4-2 per il Milan. Recupero: 4', 5'