Sabato 16 Novembre 2024

Lazio e Fiorentina ok, cadono Inter, Juve e Roma. Il Napoli batte il Milan

Tolgay Arslan
Roberto Gagliardini
Jaka Bijol e Lautaro Martinez
Simone Inzaghi
 
Rodrigo Becao e Joaquin Correa
Pedro Ledesma
 
Pedro Ledesma
Luis Muriel
Eldor Shomurodov e Rafael Toloi
 
Olivier Giroud
Matteo Politano
Giovanni Simeone

Terza sconfitta esterna consecutiva per l’Inter che sembra già abdicare dopo sette giornate alla corsa per lo scudetto. Non tanto per il distacco dalla vetta, quanto per la pochezza del gioco, la lentezza della manovra, la mancanza di grinta, la confusione in cui sembra caduto Inzaghi, che durante la gara ha rivoluzionato svariate volte l’assetto difensivo. L’unico successo lontano da San Siro è arrivato all’esordio, a Lecce. Da allora, solo batoste. E tutte meritate. L’Udinese, dopo quelli di Fiorentina e Roma, prende lo scalpo anche ai nerazzurri e inanella la quinta vittoria consecutiva. La squadra viaggia il doppio degli avversari e Sottil azzecca tutto, con un pressing alto spettacolare e la classifica sembra una sorta di miracolo, considerando il tecnico all’esordio in A e il mercato in attivo dei friulani. Per la prima volta dall’inizio del campionato, Sottil +schiera la formazione tipo: recupera Bijol al centro della difesa, e posiziona i suoi assi, Udogie e Pereyra, sulle fasce, con Beto e Deulofeu in avanti. Inzaghi deve rinunciare a Calhanoglu e Lukaku, infortunati e, rispetto alla vittoriosa trasferta di Champions, schiera titolari Handanovic, Darmian e Lautaro. Dzeko inamovibile è davanti. In difesa, fiducia in Acerbi e De Vrij ancora sacrificato in panchina. Parte forte l’Udinese e al 3’ Lovric spara a lato da buona posizione. Sul rovesciamento di fronte, Darmian viene steso al limite: Barella si incarica della punizione e la mette nel sette. L’Udinese non ci sta e chiude nella loro metà campo gli ospiti. La pressione dà i frutti sperati già al 22’, grazie a un’autorete di Skriniar, pressato su cross di Pereyra. Una mezza sciagura a sinistra, assieme ad un Bastoni frastornato. Entrambi ammoniti entro il ventesimo. Il difensore della Nazionale cerca di farsi perdonare alla mezz’ora: petto di Dzeko, missile in semirovesciata e miracolo di Silvestri. E’ la sua ultima palla perché prima ancora di battere il conseguente corner Inzaghi richiama entrambi gli ammoniti in panchina, facendo entrare Gagliardini e Dimarco. La prima frazione si chiude con il solito canovaccio: Udinese prima su tutti i palloni, ritmo frenetico e fraseggio veloce, mentre l’Inter si affida ai lanci lunghi, ottenendo anche dei varchi che Dumfries spreca con giocate grossolane. Parte meglio l’Inter nella ripresa, compreso un gol annullato a Dzeko per netto fuorigioco. La partita di incattivisce e fioccano i gialli, anche per Brozovic, che diffidato, salterà la Roma dopo la sosta. Cinque gialli in sette gare dimostrano però il troppo nervosismo del croato. Anche Skriniar è molle: al 63’ sbaglia il disimpegno e Lovric, dopo aver percorso 40 metri, costringe Handanovic ad allungarsi per togliere la palla dall’angolino. Succede di tutto al 72’: mischia in area, Deulofeu colpisce il palo, sulla ribattuta i difensori si immolano. Due minuti dopo, contropiede ancora per Deulofeu che appoggia debolmente da ottima posizione. L’Inter è sulle gambe e il nuovo entrato De Vrij confeziona il regalo - l’ennesimo di una gara con svariati errori tecnici da parte di quasi tutti gli interisti - che consente ai padroni di casa di andare in vantaggio. All’altezza della bandierina, l’olandese si incarta e getta la sfera in angolo. Sulla battuta, incornata di Bijol, lasciato colpevolmente libero e Inter all’inferno. Nel recupero, Arslan manda in visibilio la Dacia Arena incornando sotto la traversa un contropiede perfetto per il 3-1 finale.

La Fiorentina riparte, battuto il Verona 2-0

Dopo cinque turni di astinenza e reduce dal brutto ko in Conference League, la Fiorentina torna a sorridere in campionato battendo l’Hellas Verona. Al Franchi finisce 2-0 con le reti di Ikone e Nico Gonzalez: con questo successo, il secondo da inizio stagione, la squadra di Italiano sale a 9 punti in classifica, mentre i gialloblu di Cioffi incassano il quarto ko e restano fermi a quota 5. Avvio pungente della formazione viola, che inizia a prendere subito le misure e al 13' passa in vantaggio con il classico gol di Ikone, che rientra sul mancino e dal limite fredda Montipò.Una dozzina di minuti più tardi la Fiorentina avrebbe anche la grande chance per il raddoppio, dopo un calcio di rigore assegnato per trattenuta di Coppola su Kouame: dal dischetto però Biraghi si lascia ipnotizzare da un super Montipò, reattivo anche più tardi su un colpo di testa di Martinez Quarta. Qualche istante prima, invece, annullato il possibile pareggio ad Henry per una posizione di fuorigioco. Ad inizio ripresa Italiano inserisce Bonaventura al posto dell’infortunato Amrabat e proprio il centrocampista azzurro sfiora il raddoppio al 52', con una botta da fuori che Montipò riesce a togliere da sotto l’incrocio. Il Verona prova comunque a restare in partita e all’82' spaventa i viola con Kallon, neutralizzato molto bene da un attento Terracciano. Proprio al 90' però ci pensa il neo entrato Nico Gonzalez a chiudere definitivamente i conti sfruttando l’assist di Mandragora per realizzare il 2-0.

La Lazio rialza subito la testa, 4-0 alla Cremonese

Dopo il brutto e pesante ko in Europa League, la Lazio rialza subito la testa in campionato travolgendo a domicilio la Cremonese. Allo Zini finisce 4-0 grazie alla doppietta di capitan Immobile e alle reti di Milinkovic e Pedro: la squadra di Sarri torna così a vincere dopo due turni salendo a 14 punti in classifica, mentre gli uomini di Alvini, reduci da due pareggi, cadono nuovamente restando fermi a quota 2. Partenza forte dei biancocelesti, che dopo appena sette minuti dal fischio d’inizio trova la fiammata per sbloccare la gara con il solito Immobile, servito in verticale da Milinkovic e freddo nel battere Radu da pochi passi. A ridosso del 20' la Lazio trova anche l’episodio che porta al raddoppio: Lochoshvili tocca di costato e poi di braccio (molto largo) un tiro di Immobile, Orsato lascia correre ma viene poi richiamato al Var e assegna il penalty, trasformato dallo stesso Immobile nella rete del 2-0. E’ tutto troppo facile per la squadra di Sarri, che prima del riposo realizza anche il tris con Milinkovic, bravo ad avventarsi su una respinta di Radu dopo un tiro di Zaccagni. Ad inizio ripresa i biancocelesti non si fermano e sfiorano anche il poker ancora con Immobile, che stavolta sbaglia incredibilmente a porta vuota dopo un tocco generoso di Anderson. Poker che arriva nel finale grazie al neo entrato Pedro, servito molto bene da Immobile che aggiunge anche un assist al suo score personale. Prima del triplice fischio vicino al gol anche Romagnoli, che di testa colpisce il palo alla sinistra di Radu.

Sprofondo Juve

La prima vittoria in Serie A non si scorda mai e quella del Monza è una prima volta storica, da sogno. Battuta la Juventus 1-0 all’U-Power Stadium, grazie alla zampata di Gytkjaer nell’ultima parte di gara. Altra prestazione pienamente insufficiente per la squadra dello squalificato Allegri, in inferiorità numerica da fine primo tempo per una follia di Di Maria (gomitata ai danni di Izzo). Si tratta del primo ko in campionato per i bianconeri dopo i due pareggi di fila con Fiorentina e Salernitana: i punti in classifica restano 10, mentre sale a quota 4 la squadra del nuovo allenatore Palladino, che non poteva immaginare un esordio migliore sulla panchina brianzola. Primo tempo equilibrato ma giocato sottotono dalla squadra bianconera, che non riesce mai a trovare ritmo e costruire quindi occasioni degne di nota. Dall’altra parte invece c'è un Monza che gioca senza timore provando anche a fare la partita in alcuni frangenti. Perin resta comunque poco impegnato. Di fatto, l’unico episodio da segnalare in un primo tempo spento, è il rosso diretto sventolato a Di Maria al 40', che rifila una gomitata di reazione ai danni di Izzo. Nella ripresa, forte dell’uomo in più, il Monza prova ad aumentare i ritmi e al 52' spreca una buona chance con Mota, che colpisce male sotto porta sul cross di Ciurria. Il vantaggio biancorosso arriva comunque al 74', quando Ciurria propone un altro bel traversone da destra stavolta trasformata in oro da Gytkjaer, che si avventa in spaccata e batte Perin per l’1-0. Nel finale, nonostante l’inferiorità numerica, la Juve tenta il tutto per tutto per evitare quantomeno la sconfitta, ma le poche occasioni create non vanno a buon fine.

Roma sciupona

L’Atalanta batte in trasferta 1-0 una Roma sciupona e si regala la vetta della classifica a 17 punti, solitaria in attesa di Milan-Napoli. Prima sconfitta casalinga per i giallorossi, orfani del loro giocatore più rappresentativo. Nel riscaldamento infatti Mourinho perde Dybala, costretto a fermarsi per un fastidio al flessore sinistro. L’allenatore portoghese ripropone Matic con Cristante in mediana. Ha iniziato dal 1' invece Juan Musso, costretto però ad uscire all’8' dopo uno scontro con Demiral. Tra i pali va Sportiello. Per la prima conclusione bisogna aspettare il 29': ci prova Cristante da fuori area ma stavolta il risultato è diverso da quello dell’aprile 2021. Al 32' ci prova anche Ibanez sempre dalla lunga distanza, ma Sportiello blocca in due tempi. All’Atalanta basta un tiro per sbloccare il risultato sull'asse dei giovanissimi. Al 35' il classe 2003 Hojlund scarica per il coetaneo Scalvini che in buca d’angolo batte Rui Patricio. Al 42' la Roma sfiora il pareggio due volte. Pellegrini lancia Abraham che a tu per tu con Sportiello sbaglia. Poi chance per Ibanez, lanciato a rete ma murato dal portiere bergamasco. Sportiello si supera al 45': Matic crossa basso per Abraham che spara sull'estremo difensore da due passi. Nella ripresa Gasperini cambia Hojlund con Muriel. Al 57' Chiffi espelle Mourinho (salterà l’Inter da ex) per le proteste sull'episodio tra Okoli e Zaniolo: i due si trattengono in contemporanea, l’arbitro concede la punizione ai bergamaschi. Al 61' Atalanta pericolosa da calcio piazzato con Koopmeiners, ma Abraham salva quasi sulla linea. Mourinho si gioca la carta Belotti negli ultimi venti minuti. L’ex Toro ispira subito Zaniolo che al 74' rientra sul mancino e calcia: palla alta. L’ultima chance è per il neo entrato Shomurodov: Zaniolo con una magia innesca Celik che crossa, l’uzbeko di testa spara a lato.

Il Napoli batte il Milan

Con un’altra grande prova di forza, il Napoli riesce a piazzare un pesantissimo colpo battendo il Milan nel big match della 7 giornata di Serie A. A San Siro finisce 2-1 per gli azzurri grazie al gol di Simeone dopo il botta e risposta tra Politano e Giroud: la squadra di Spalletti (oggi squalificato) aggancia l’Atalanta in vetta alla classifica a 17 punti, mentre gli uomini di Pioli, fermati da una traversa nel finale e costretti a cadere per la prima volta in campionato, restano fermi a quota 14 insieme alla Lazio. Nella prima parte di gara sono i rossoneri che tentano di comandare le operazioni, creando al 13' una grande palla gol con Giroud che si libera in area e calcia di sinistro, Meret vola e devia la palla sulla traversa. Un dozzina di minuti più tardi invece, l’attaccante francese leva a Calabria la possibile palla del vantaggio su cross di De Ketelaere, cercando senza fortuna un gol di 'scorpionè. Al 28' il portiere partenopeo fa ancora buona guardia su una zuccata di Krunic, mentre dall’altra parte l’unico tiro in porta degli azzurri porta la firma di Politano, che di testa prova ad impensierire Maignan, attento a bloccare in due tempi. Nella ripresa parte meglio il Napoli e al 51' trova l’episodio per sbloccare la gara: Kvaratskhelia va giù in area a contatto con il neo entrato Dest, l’arbitro lascia proseguire ma viene poi richiamato al Var e assegna il penalty. Dal dischetto va Politano che beffa Maignan per l’1-0 ospite. Il Milan però non ci sta e al 69' pareggia con Giroud, che non sbaglia a pochi passi dalla porta su assist perfetto di Theo Hernandez. Il match sembra poter cambiare improvvisamente faccia, ma una decina di minuti più tardi gli azzurri rimettono la freccia per il sorpasso con il neo entrato Simeone, che s'inserisce sul cross di Mario Rui e di testa la mette all’angolino dove Maignan non può arrivare. Nel finale i rossoneri tentano il tutto per tutto per evitare il ko, la traversa però dice di no a Kalulu a pochi passi dalla porta dopo una sorta di 'velò di Giroud.  

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