Quattro traverse, quasi il 70% di possesso palla, 46 conclusioni (16 nello specchio della porta), 20 calci d’angolo all’attivo contro una squadra, il Venezia, già retrocessa ed in 10 per un’ora. Tutto questo non è bastato alla Roma per vincere una partita importantissima in chiave europea e che, complice un Maempaa in serata di grazia, ha chiuso 1-1, perdendo due punti nel mini-girone che si sta giocando con Lazio e Fiorentina.
Onore al Venezia che non ha regalato nulla, non è mai parso rinunciatario o arrendevole ma ha combattuto con dignità (supportato, va detto, da una bella dose di fortuna) fino all’ultimo secondo. Per il Venezia la retrocessione è matematica.
Leonardo Spinazzola torna titolare, lo stadio è pieno, ma la gioia dura poco. Non si è ancora spenta l’eco dell’inno giallorosso ed il Venezia è già in vantaggio. Dopo 50 secondi e tra l’indifferenza della difesa avversaria, Okereke mette la testa sul primo pallone lanciato in area da Aramu e sui 60 mila dell’Olimpico, compresi Francesco Totti e Daniele De Rossi, scende il gelo. Passato lo choc, il pubblico riprende a spingere, la Roma reagisce e si rovescia nella metà campo avversaria. Al 18' Carles Perez guadagna una punizione. Posizione invitante per Lorenzo Pellegrini, che scavalca la barriera e centra la traversa. Altra chance di pareggio pochi minuti dopo con Abraham che cerca di sfondare centralmente, ma Caldara lo disturba, favorendo l’uscita di Maempaa.
Il gioco è spezzettato, il Venezia non regala un centimetro. Ma al 32' resta in dieci. Kiyine, già ammonito, scalcia Pellegrini a palla lontana e si becca il rosso. L’area veneta è accerchiata. Prima Abraham è murato da Caldara, poi Maempaa devia con i piedi il tiro di Maitland-Niles. La Roma chiude all’attacco, ma al riposo è sotto.
Per sfruttare meglio le fasce, Mourinho si gioca un triplo cambio in avvio di ripresa. Fuori Spinazzola, Maitland-Niles e Kumbulla, dentro El Shaarawy, Karsdorp e Zalewski. L’assedio riprende. Sfortunato Cristante al 7', il suo potente destro si stampa sulla traversa. La Roma preme col peso di 10/11mi, ma il Venezia si copre con ordine. Pellegrini, ancora su calcio piazzato, accarezza la parte superiore della traversa. Esce Veretout, entra Shomurodov, quarto attaccante giallorosso. Maempaa è in versione para tutto e devia in angolo la conclusione di El Shaarawy.
Cambi anche nel Venezia: fuori Aramu e Mateju per Svoboda e Peretz. Zalewski ci prova da lontano, parato in due tempi. Sembra stregata, finché Shomurodov di tacco lancia Pellegrini, poi si getta sul tiro respinto e con un gran destro agguanta l’1-1 (31').
La pressione romanista ora è massima. Soncin toglie Okereke per Johnsen ed uno stremato Crnigoj per Ebuhei. Al 44' la Roma si schianta sulla quarta traversa, con un missile di Zalewski. E nel recupero il Venezia potrebbe raddoppiare, ma in contropiede Johnsen sbaglia e si fa recuperare da Pellegrini. I romanisti chiedono un rigore sull'azione precedente, ma il Var dice di no. Finisce 1-1 ed è un pari che sa di beffa.
Roma-Venezia 1-1: il tabellino
RETI: pt 1' Okereke; st 31' Shomurodov
ROMA (3-4-2-1): Rui Patricio 6; Kumbulla 6 (1'st Zalewski 6.5), Smalling 6, Ibanez 4.5; Maitland-Niles 5 (1'st Karsdorp 6), Cristante 6, Veretout 5.5 (15'st Shomurodov 7), Spinazzola 6.5 (1' st El Shaarawy 5.5); Carles Perez 5 (38' st Volpato sv), Pellegrini 6; Abraham 5.5. In panchina: Fuzato, Vina, Oliveira, Diawara, Bove, Darboe, Keramitsis. Allenatore: Mourinho 6
VENEZIA (3-4-3): Maenpaa 8; Ampadu 7, Caldara 7, Ceccaroni 7; Mateju 6.5 (20'st Svoboda sv), Crnigoj 6.5 (35'st Ebuehi 6), Vacca 5.5 (29'st Fiordilino 6), Haps 6; Aramu 6.5 (20'st Peretz 6), Okereke 7 (35'st Johnsen 6), Kiyine 3. In panchina: Bertinato, Tessmann, Nsame, Ullmann, Nani, Cuisance, Busio. Allenatore: Soncin 6
ARBITRO: Sozza di Seregno 6
NOTE: serata serena, terreno in buone condizioni. Al 32' pt Kiyine espulso per rosso diretto (condotta violenta). Ammoniti: Kiyine, Vacca, Spinazzola, Okereke, Pellegrini, Ampadu, Peretz. Angoli: 18-1 per la Roma. Recupero: 4'; 4'
Spezia salvo
Festa alla Spezia quando l'arbitro Aureliano sancisce alla Dacia Arena la fine di Udinese-Spezia, con il punteggio per 2-3 a favore dei liguri. Il risultato permette agli uomini di Thiago Motta di cogliere la matematica salvezza con una giornata di anticipo e scioglie la tensione dei tifosi. Circa cinquecento in Friuli, dove ai festeggiamenti ha partecipato anche il presidente Philip Platek insieme al direttore sportivo Riccardo Pecini e al resto della dirigenza, molti di più in città. Piazza Europa, a due passi dal lungomare, è diventata il fulcro dei caroselli, tra bandiere e fumogeni. «Il sogno della serie A continua ed è un orgoglio per tutta la nostra città - dichiara il Sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini - un ringraziamento ai ragazzi in campo, a mister Motta e alla società che ha dimostrato di crederci davvero. Al di là della grande emozione di confermare la nostra squadra in serie A, per tutti una festa, la presenza in questa categoria ci garantisce una visibilità senza precedenti e una promozione turistica fondamentale».
Decidono le reti di Verde, Gyasi e Maggiore dopo il vantaggio iniziale di Molina; nel finale Manaj sbaglia anche il possibile rigore del poker, poco prima dell’inutile gol di Pablo Marì: la squadra di Thiago Motta sale così a +7 sulla zona retrocessione, assicurandosi gli ultimi 90 minuti stagionali in totale tranquillità contro il Napoli. Ko amaro ma comunque indolore per la squadra di Cioffi.
La Salernitana sbaglia un rigore e fallisce il colpaccio
La Salernitana fallisce il colpaccio ad Empoli, tornando a casa solo con un 1-1 che rischia di stravolgere ancora la corsa alla salvezza. Dopo il pareggio di Bonazzoli che risponde all’iniziale vantaggio di Cutrone, pesa tantissimo un calcio di rigore sbagliato da Perotti a cinque minuti dal 90', neutralizzato da un Vicario in stato di grazia. La squadra di Nicola sale momentaneamente a +2 sulla zona retrocessione, ma ora Cagliari e Genoa avranno una grande opportunità di riaprire il discorso in caso di miracoli con Inter e Napoli.
Nelle prime battute di gara si rende subito pericolosissima la formazione campana, prima con un colpo di testa di Djuric respinto sulla linea da Parisi, poi con un tocco in mischia di Gyomber salvato miracolosamente da Vicario con l’aiuto della traversa. Dopo diversi minuti a tinte granata anche i toscani provano a farsi vedere con decisione in avanti, trovando il lampo per il vantaggio al 31' grazie a Cutrone, che riceve da Asllani e fulmina Sepe con il destro. Nella ripresa lo stesso centravanti dell’Empoli fallisce di testa la chance per il raddoppio (colpirà anche un palo poco più tardi), mentre sul ribaltamento di fronte è ancora provvidenziale un super Vicario ad evitare il pareggio di Bonazzoli a due passi dalla linea di porta. Il match s'infiamma e all’ora di gioco è ancora la squadra di Andreazzoli ad andare ad un passo dal 2-0: ci provano Bandinelli e Bajrami in pochi istanti, Sepe è bravissimo in entrambe le occasioni. La Salernitana non molla un centimetro e al 76' trova l’1-1 con una rovesciata in mischia di Bonazzoli, dopo che Vicario aveva compiuto altri due miracoli sullo stesso attaccante ospite. L’episodio che può stravolgere il match arriva all’83', quando Massa viene richiamato al Var per valutare un contatto non fischiato tra Romagnoli e Coulibaly in area empolese: viene assegnato il penalty, ma Perotti lo fallisce facendosi ipnotizzare da Vicario. Gli ultimi assalti campani non trovano fortuna e al triplice fischio resiste l’1-1.
Al Torino basta un gol di Brekalo per battere 1-0 in trasferta l’Hellas Verona. Pellegri ha colpito un palo con un destro dal limite.
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