Domenica 22 Dicembre 2024

Gli 80 anni di Dino Zoff: 'La mia gloria irripetibile'

Dino Zoff
Il capitano Dino Zoff alza la Coppa del mondo vinta dalla Nazionale italiana, l’11 luglio 1982 a Madrid.
 
L’Italia che i ragazzi scelti dal ct Enzo Bearzot feceroappassionare dopo una partenza in sordina era a secco disuccessi calcisticamente parlando - solo la Juve sapeva farsirispettare in Europa - ed anche socialmente non se la passavabene, reduce da un decennio di terrorismo politico ed austeritàeconomica. Era una Nazionale ancora scossa dalla bufera delprimo calcio scommesse che, nel 1980, aveva coinvolto - tra glialtri - Paolo Rossi, futuro capocannoniere del torneo spagnolo.Ci volle tutta la saggezza tattica ed umana del friulanoBearzot - scomparso nel dicembre 2010 - per tenere unito quelgruppo che avrebbe cucito sulla maglia la terza stella battendol’Argentina di Maradona e Passarella, il Brasile di Zico eFalcao, la Polonia di Boniek (che non giocò la semifinale) e laGermania di Rummenigge. Fu il ’veciò a saper indirizzare quellarabbia da branco ferito verso un obiettivo comune. Con l’aiutodi un altro friulano, il capitano Dino Zoff e di un triestino,il dottor Leonardo Vecchiet, medico degli azzurri per 17 anni.

"I risultati che sono arrivati hanno colpito tanti e di conseguenza hanno colpito anche me. Mi fanno particolarmente piacere tutte queste attenzioni che mi rivolgono tutt'ora. Vuol dire che ho lavorato bene". Dino Zoff compie 80 anni, lunedi' prossimo, e ripercorre la sua carriera parlando tra l'altro anche della "gloria" sportiva che lo ha visto protagonista. Zoff in un'intervista a "L'Italia con voi", in onda domani su Rai Italia e on line su Rai Play (https:// www.raiplay.it/ programmi/litaliaconvoi), si è soffermato, soprattutto, su tre momenti particolari: la partita a scopone con Pertini; il bacio a Bearzot e la parata decisiva contro il Brasile nel 1982. "Tre momenti straordinari e importantissimi; decisivi e determinati - il suo racconto - Pertini, ci mise a proprio agio con la partita a carte; il bacio a Bearzot è stato qualcosa di fuori dal comune, lontano dal nostro modo di essere, dal pudore friulano; la parata, invece, ci ha portato lontano. Me la ricordano ancora oggi anche se, al momento, io ebbi il terrore che l'arbitro non valutasse bene". "Seguo ancora il calcio, anche se non sempre allo stadio" - ha proseguito Zoff - Mi piace ancora. Certo ci sono cambi generazionali e ci sono delle diversità ma la sostanza e sempre buona". "Rimpianti ce ne sono tanti ma in realtà non sono rimpianti. La mia filosofia è sempre stata che, se in quel momento ho fatto una cosa in quel modo, vuol dire che non ero in grado di farla diversamente. Per il resto, arrivare a quarant'anni capitano della nazionale e alzare la coppa del mondo è una cosa che non si ripeterà."

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