Venerdì 22 Novembre 2024

Cani stressati e ribelli ...
A educarli ci pensa il branco

PALERMO. Per qualcuno sarà il rientro dalle vacanze, per qualche altro, invece, l'eccessiva vita domestica troppo sedentaria e poco stimolante, per altri ancora un cambiamento repentino che ha modificato routine e ritmi quotidiani. Qualunque sia la causa, ciò che è certo è che anche i nostri amici a quattro zampe soffrono lo stress. Il branco e le sue rigide regole possono essere un rimedio naturale e sociale ai problemi comportamentali di Fido.
Nervosismo, irrequietezza, iperattività o, al contrario, passività e sguardo fisso su oggetti o persone sono solo alcuni dei sintomi che un cane stressato può manifestare per avvertire il proprietario del suo stato d'ansia. Un problema, dunque, che si traduce sicuramente in comportamenti indesiderati, come abbaiare di continuo, correre in modo frenetico, mordicchiare mobili e vestiti oppure alternare fasi di inappetenza a voracità. E ad essere preoccupanti, però, non sono solo i cambiamenti comportamentali, quanto le conseguenze sulla salute. I cani molto stressati, infatti, possono sviluppare anche forme di allergie, dermatiti e infiammazioni cutanee, causate dall'indebolimento del sistema immunitario; così come, difficoltà respiratorie o l'aumento eccessivo del battito cardiaco e della pressione arteriosa.
Tanti i rimedi che si possono mettere in campo, non ultimo l'uso di farmaci o di prodotti omeopatici che hanno effetti sedanti. Alle classiche terapie c'è chi invece preferisce metodi alternativi e naturali, puntando sull'inclinazione specie-specifica dei quattro zampe. Potremmo definirla la «terapia del branco» e a sperimentarla a Palermo e provincia è Ines Scardina, istruttore cinofilo e direttrice tecnica del Centro cinofilo Villa Maira di Santa Flavia: «Ciò che sostengo da sempre e che nessuno dei corsi di formazione né testi universitari sui problemi comportamentali dei cani sono mai riusciti a darmi, sono gli effetti correttivi derivati dalle dinamiche e regole create all'interno della vita in branco; risultati sperimentati attraverso l'osservazione diretta dei 24 cani presenti al centro» spiega Ines Scardina.
«Il mio metodo di lavoro è nato per caso - continua -, dal constatare come alcuni cani con deficit comportamentali che venivano a trascorrere in pensione un periodo di tempo con il mio branco, a detta degli stessi proprietari, tornassero a casa completamente cambiati: più sereni ed equilibrati. La pensione per cani mi ha dunque fatto da guida nello studio delle dinamiche dell'inserimento di un individuo in un gruppo già consolidato e delle modificazioni comportamentali che lo stesso soggetto subisce dal contatto con gli altri quattro zampe. Così, da qualche anno, a seconda della problematica dinanzi alla quale mi trovo, uso il mio branco come gruppo sociale per riportare a uno stato di equilibrio animali problematici o semplicemente per rimettere in riga quelli recalcitranti».
All'interno di un branco, insomma, il nuovo arrivato, volente o nolente, imparerà che esistono delle regole e una gerarchia ben precisa: «Tutte cose che apprenderà attraverso i suoi consimili, condividendo lo stesso linguaggio - precisa Scardina -. Sono infatti fondamentali alcuni elementi del branco, quali la comunicazione intraspecifica, l'apprendimento del linguaggio corporeo, posturale, eccetera. Schemi comportamentali che di certo il cane può acquisire solo dal rapporto con altri quattro zampe». Tutto quanto fatto, ovviamente, sotto l'attenta e competente guida di un istruttore cinofilo.

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