PALERMO. E dalle sfilate di fine stagione emerge la particolare idea di realizzare il pizzo chiacchierino con i capelli umani. È accaduto durante la prima edizione di «Valle dell’Halaesa: bellezza, arte e gusto in passerella», una manifestazione che si è svolta a Castel di Tusa, porta d’ingresso della Fiumara d’Arte, adiacente all’Atelier sul Mare di Antonio Presti.
Protagonista della kermesse, che ha presentato anche l’insolito uso dei capelli come tessuto, è stato l’artigianato con l’esibizione di abiti depositari dell’arte del tombolo e del ricamo. Le creazioni di Mirabella Imbaccari, e i suoi abiti da sposa che rendono omaggio alla fontana Orione, simbolo di Messina, della nissena Maria Anna Bonaffini, Lady Ricamo, e poi l’abito-scultura, «RicodOro MemOry» realizzato con filigrana d’oro dall’artista Sara Garofalo, nata a Santo Stefano di Camastra. Ed è stato proprio quest’ultimo pezzo ad essere accompagnato da un’acconciatura di Tania D'angelo, che da diciotto anni gestisce un negozio di parrucchiere nello stesso comune del palermitano. La D’Angelo è riuscita ad intrecciare le ciocche in modo in tutto e per tutto identico alla trama del pizzo chiacchierino dell’abito. Lo stesso disegno antico del merletto riportato, con pazienza e precisione, sulle chiome della modella. «Per realizzarlo ho eseguito la stessa tecnica necessaria per tessere il merletto con la differenza che ho usato le mie mani al posto dell’apposito attrezzo, una sorta di pinzetta con cui mi sono allenata per settimane con il filo, prima di passare ai capelli umani. È possibile su qualunque tipo di capello purché ad altezza spalle».
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