MILANO. Aperitivo o happy hour? Con l’arrivo della bella stagione spesso ci si sofferma per più tempo fuori casa, sorseggiando un bel calice di vino bianco fresco; oppure ancora, miscele di più liquori e distillati, anche analcolici, di frutta fresca, di spezie e zucchero, anticipando la cena o addirittura sostituendola. L’importante è però la qualità del cibo e soprattutto la sperimentazione di nuove ricette.
«Formaggi del Ragusano, salumi, mozzarelle, pomodori secchi, funghi: sono questi alcuni degli stuzzichini offerti dalla casa dove la qualità fa da padrona». Lo dice Giovanni Gueli, proprietario della Bevoteca Accosta di Palermo. Aperto da pochissimi mesi, il locale è raccolto in un design moderno e lineare che, dai vini ai distillati passando per la birra, soddisfa tutti i tipi di gusti.
E non mancano le serate evento dove l’aperitivo diventa «rinforzato», con una quantità di piatti freddi e caldi ad accompagnare i drink. «Soprattutto birre artigianali, bianchi leggeri freschi e cocktail. Sono gli evergreen a grande richiesta da amanti del buon bere e non». Ma il segreto c’è: la qualità non deve mancare. «Si sbicchiera tutto, dal vinello allo Champagne. Qualunque cosa ordini il cliente noi apriamo la bottiglia. Non è così dispendioso, non più di quello che si possa pensare. La gente è curiosa e sta al venditore indirizzarlo nella scelta». La moda dell’«ora felice», che nel nord Italia è cena a tutti gli effetti, al sud è delizioso stuzzichino accompagnato da un buon bere che prepara alla cena.
«La tendenza prima di cena al calice di vino sia bianco che rosso, sia siciliano che nazionale, è ormai un rito», sostiene Pietro Greco, proprietario di Tribeca sushi cocktail bar di Palermo. «Nell’ultimo periodo c’è un ritorno alla richiesta del cocktail preparato in maniera originale, con ingredienti di ottima qualità e servito con un bicchiere diverso, adatto a ogni tipologia di bevanda. Lo zenzero, il cetriolo, sono solo alcuni di questi. Si assiste a un nuovo modo di bere con cognizione di causa. Anche perché gli abitué sono gli over 30 e i professionisti che hanno finito il loro turno di lavoro. Tartine, caponate, mousse di formaggi, arancine fatte in case, panelle o, per chi lo preferisce, il sushi, sono i nostri stuzzichini offerti dalle 19 alle 21 , nell’ora appunto dell’aperitivo».
Pure a Milano, patria indiscussa dell’happy hour dell’abbondanza, «i prosecchi, i vini, il Campari e l’Aperol Spritz la fanno da padroni», afferma il siciliano, trapiantato nel capoluogo lombardo, Maurizio Bartoli del prestigioso De Cherubini di piazza XXIV Maggio. «Il cliente che viene qui, dal target medio alto e over 30, non arriva per abbuffarsi. Non chiede il solito happy hour ma un buon bicchiere da sorseggiare e stuzzichini di pasta sfoglia, pizzette, tartine sempre freschissime, sfiziose e curate. L’happy hour nel senso di pasto alternativo alla cena è per i più giovani. Noi giornalmente tiriamo la sfoglia, farciamo con gli spinaci, con prosciutto cotto, prepariamo le pizzette, serviamo scaglie di pecorino sardo e tanto altro. Per il bere il cliente chiede consiglio: Nero d’Avola, Inzolia tra i vini siciliani più serviti».
La qualità prima di tutto. Lo conferma pure Nicola Picone, proprietario dell’omonima enoteca di Palermo: «L’aperitivo è ormai un rito delle abitudini sociali odierne. Da noi, in questo periodo, vanno i vini con le bollicine, come spumanti, prosecchi e champagne; così come i bianchi fruttati, serviti con un tagliere di salumi e formaggi o con mozzarella di bufala, pesce spada affumicata e piatti più leggeri». Sì, perché nonostante l’happy hour, il siciliano non cerca l’abbuffata.
Per l’happy hour ecco lo zenzero Vincono i cocktail dal sapore esotico
Birre artigianali, bianchi leggeri freschi e bollicine. Sono gli evergreen a grande richiesta da parte degli amanti del buon bere così come dai consumatori occasionali
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