Domenica 24 Novembre 2024

I tre «tenorini» spiccano il...Volo verso l’Italia e hanno scelto Taormina

PALERMO. Nemo profeta, eccetera eccetera. Ma mai come in questo caso il detto cade a puntino, come verrebbe voglia di chiamare in causa anche il famoso cu nesci arrinesci: Ignazio Boschetto, bolognese di nascita, ma cresciuto a Marsala, Piero Barone agrigentino doc e Gianluca Ginoble, abruzzese doc, sono venerati come idoli dai fan oltreoceano, con tanto di ragazzine adoranti nelle hall degli alberghi e folle oceaniche ai concerti, ma a casa loro si fermano ancora al bar a mostrare agli amici le foto sull'iphone, e poco importa se quelle immagini li ritraggono con Celine Dion, Bono, Lady Gaga, Placido Domingo o Barbra Streisand. Per questi tre ragazzi cresciuti a pane e musica, tutto questo è normale, non si sono montati la testa, o almeno, non più di tanto: affermano di telefonare ai genitori ogni giorno, anche se sono in Sud America, di continuare a studiare (canto, perché da privatisti hanno rimandato già un paio di volte la licenza liceale perché non riescono ad far combaciare gli esami con le tournée) e di sentirsi normali. Ma questa Italia che non li vuole riconoscere ed omaggiare a dovere, proprio non gli va giù: dopo oltre quattro anni - tanti ne sono passati da quando Ignazio, Piero e Gianluca si sono fatti notare singolarmente nel 2009 a Ti lascio una canzone da Antonella Clerici, ma soprattutto da quando Tony Renis e Michele Torpedine li hanno uniti in un trio, ovvero «Il Volo» - , megaconcerti e premi galattici ovunque, nel Belpaese non si sono ancora esibiti, se non a Porta a porta. Colpa dei discografici italiani che non hanno creduto nella loro presenza su un palco oppure di chi vedeva in loro solo un bel prodotto televisivo che sarebbe durato un soffio o una stagione, poco importa, «Il Volo» si sta preparando alla rentrée sul bel suolo italico e per farlo ha scelto il Teatro Antico di Taormina, il 20 e 21 luglio, con tanto di orchestra di giovani colleghi musicisti: date che si stanno esaurendo a colpi di 100 biglietti venduti al giorno.
Un trio di ragazzi oggi quasi ventenni: Ignazio è quello simpatico, Piero l'intellettuale e Gianluca ha il piglio manageriale. Due tenori e un baritono, voce impressionante e una predilezione per la cosiddetta opera pop riarrangiata in chiave moderna, di fatto quella che canta Bocelli. Tre teste, un gruppo, ma ciascuno con le sue preferenze: ad Ignazio piace Giorgia, Piero preferisce Puccini ed Elisa, Giampiero ascolta Tony Bennet. In due devono parecchio ai nonni («il mio ha 80 anni, mi è venuto a sentire a New York», dice Giampiero mentre Piero racconta che «a Naro era lui a farmi ascoltare la musica»), Ignazio strimpellava già da solo la pianola e cantava nel coro della scuola.
Comunque tutti e tre sanno già perfettamente condurre per mano il pubblico - e incantare i giornalisti quando intonano a cappella Il mondo di Jimmy Fontana - e sanno che stanno crescendo in fretta: il momento è bellissimo, meglio goderselo appieno.

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