Il primo ad intuirne le potenzialità fu lo stilista americano Ralph Lauren, che inaugurò a New York il primo concept store della storia. In Italia, poco dopo, a raccoglierne lo spunto fu lo stilista Elio Fiorucci. Seppur a distanza di tempo, anche a Palermo il fenomeno ha preso campo, divenendo dilagante. A chi si stesse domandando di cosa si tratti, è facile rispondere con un'espressione: «marketing esperienziale». Si tratta di negozi, punti vendita in cui non ci si limita a vendere una sola categoria di prodotti, ma in cui la scelta degli stessi è accompagnata dalla sperimentazione di emozioni ed attività che rendano il cliente attivo e coinvolto.
Tra le caratteristiche che contraddistinguono un concept store da un qualunque altro negozio, vi è senza dubbio il cibo. Gustare un aperitivo o, addirittura, cenare all'interno di un negozio d'arredamento non sarà dunque inusuale. Ogni store, poi, in conformità alla tipologia di prodotti proposti, deciderà in che modo e con quale frequenza accostare la convivialità e la cucina alle proprie attività commerciali. Palermo ha ereditato format già noti a livello nazionale, come i punti food presenti all’interno della libreria Feltrinelli di via Cavour e la Rinascente di via Roma.
«La filosofia del concept store è, a mio parere, - spiega Vincenzo Cefalù, responsabile vendite di iLove Pick Up, in via Catania, a Palermo - un contenitore di emozioni multi genere e multi brand, mischiate insieme ma non in maniera casuale. I più grandi concept store del mondo, vedi Colette a Parigi, fanno scuola, ed hanno anche il food al loro interno». C'è chi ha scartato, proprio come iLove, l'idea del punto food o drink fisso all'interno, optando invece per eventi di presentazione singolari accompagnati da altrettanti piatti o bevande particolari, così come nel caso dell'inaugurazione, che «ha visto lo chef Natale Giunta, protagonista di uno showcooking, accompagnato da vini, cocktail ed un Dj set di altissimo livello», conclude Cefalù.
Altri concept store divengono, poi, il luogo ideale per ospitare lezioni di cucina. È questo il caso di Amanpuri, in via XII Gennaio, uno store poliedrico che propone complementi d'arredo, posaterie, cristalli e servizi da degustazione. «È difficile definire il nostro concept store con una semplice categoria - spiega Marcello Lentini, ideatore e titolare di Amanpuri - il nostro è pensato come un luogo in cui passare del tempo, vivere emozioni, all'insegna del bello e della cultura». Ecco perché una cruciale importanza rivestono gli eventi periodicamente organizzati, legati sia al mondo della fotografia che a quello del buon cibo. A breve, infatti, prenderà avvio presso Amanpuri un ciclo di 10 incontri, in cui si alterneranno i master chef Salvo Mangiapane e Giovanni Priolo, che verteranno su dimostrazioni e degustazioni culinarie, riservando uno spazio anche agli utensili più idonei da utilizzare. Ad aver adottato, invece, l'impostazione di un concept store con zona food&drink fissa, in cui, dunque, sia possibile cenare ogni sera, all'interno della stessa cornice che, nelle ore diurne espone capi d'abbigliamento ed accessori per lo sport ed il tempo libero, è Urban, di via Parisi. L'idea di Carlotta Messerotti, Luigi Anello, Alberto Filippi e Giorgio Tudisco è stata quella di creare un giardino con zona bar lounge in cui sia possibile degustare «una linea gastronomica basata sullo street food palermitano, con prodotti di eccellenza locale attraverso il formato della tapa spagnola, con una varietà di proposte che diano accesso ad un percorso all'interno del food palermitano, senza alla fine pagar tanto», spiega lo chef Giulio Sorrentino.
Aperitivo o cena in un negozio? Anche in Sicilia è scoppiata la moda
Dalle grandi catene nazionali alle attività locali del centro, fioriscono i cosiddetti «concept store». Il primo fu inaugurato negli Stati Uniti dallo stilista Ralph Lauren
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