MILANO. “La scelta è stata sulla canzone, non sull’artista”. A dirlo Fabio Fazio durante l’ascolto in anteprima delle 28 canzoni che andranno all’Ariston di Sanremo per il 64esimo Festival della Canzone. “Contemporaneità e ricercatezza musicale, i principali criteri di giudizio”, dice il presentatore principe del palinsesto Rai, per il secondo anno consecutivo conduttore della kermesse insieme alla Littizzetto. “Genere melodico nella maggior parte dei pezzi, con pregevoli costruzioni armoniche”, conferma Mauro Pagani, presidente della Commissione musicale. A tre anni dalla sua partecipazione, presente anche Giusy Ferreri, con "L'amore possiede il bene" e "Ti porto a cena con me" (ascolto non proposto alla stampa per un grave problema familiare che non le ha permesso di terminare la registrazione). Per la quarta volta, Cristiano De André, con “Il cielo è vuoto” e “Invisibili”: lirica intensa, la prima, ricca di elementi rock-orchestrali, impulso a riempire i “cieli” più “vuoti”, e più intima la seconda, dalle sonorità più acustiche per i ricordi della sua Genova. Al suo esordio sanremese e due brani che parlano di amori finiti, Giuliano Palma con “Così lontano”, in uno sviluppo armonico piacevole e musicalità che ricordano la Zilli (che peraltro ha firmato musica e testo), e “Un bacio crudele”, dal ritmo di un swing tutto moderno. Francesco Sarcina, altra new entry sanremese, che firma Nel tuo sorriso, dedicata al figlioletto e In questa città, canzone introspettiva di uno che preferisce farsi chiamare dalla sua città (Milano) “codardo, perché non ho il tempo per ricorrerti tra le folli ansie”, che dall’arpeggio di chitarra iniziale sfocia in ritmi rockeggianti. Torna Frankie Hi-Nrg MC, con Pedala, descrizione di “salite” e “discese” della vita attraverso un hip pop intenso e un reggae da ascoltare, e “Un uomo è vivo”, piano ed elettronica per cantare ricordi famigliari “che abitano i posti che il tempo rende muti”. Francesco Renga, con “A un isolato da te”, lirismo essenziale e ricerca di amore attraverso la superlativa vocalità, e “Vivendo adesso”, che porta la firma di Elisa, grido di un amore “clandestino”, tra ritmica pop e amabile melodia. Sound moderni e groove inedito per Noemi, che co-firma “Bagnati dal sole” e “Un uomo è un albero”, dai cori di matrice africana e arrangiamenti nuovi soprattutto per le voci. Ron firma “Un abbraccio unico”, piano e voce che preludono l’orchestra per una ballata tutta romantica e "Sing in the rain", canzone “malinconica e un po’comica”, brillante e folk. Uno spiazzante Raphel Gualazzi e The Bloody Beetroots con “Liberi o no” e “Tanto ci sei”, tra blues, gospel, jazz e dance per un inno contro il conformismo nella prima, e una ballata d’amore la seconda, in un crossover di stili per certi versi disparati. Renzo Rubino, tra l’autocritica “Ora” del vivere il momento in un sound trascinante e “Per sempre e poi basta”, ballata melanconica della fine di un amore. Arisa con “Lentamente” (scritto da Cristina Donà), canto di speranza e “Controvento” (scritta dal siciliano Giuseppe Anastasi). Riccardo Sinigallia con “Prima di andare via” e “Una rigenerazione”, frame fotografici tra quotidianità e riscatto spirituale. Antonella Ruggiero con due ballate quasi di altri tempi, “Quando balliamo” e “Da lontano”, tra amore, nostalgia e ricordi. Perturbazione con “L'unica”, divertente composizione poliritmica e “L'Italia vista dal bar”, pennellata musicale per un tema di riflessione sociale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia