PALERMO. Il più grande di tutta la Sicilia, uno dei più belli d’Italia, unico per bellezza esteriore e per la storia che lo caratterizza. È il castello di Caccamo, uno dei manieri feudali più visitati dai turisti. «A conferma di un’analisi fatta da Federalberghi – dichiara Giovanni Aglialoro ideatore e fondatore nel 2000 dell’associazione Sicilia e dintorni e scrittore di due libri dedicati a Caccamo - il turismo medievale a Caccamo ha visto nei primi nove mesi del 2013 un incremento pari al 18,1% degli stranieri e un calo del 6,5% degli italiani». Tra le nazioni che visitano Caccamo ci sono: Germania al primo posto e, a seguire Inghilterra, Francia e Russia, a conferma di come il lavoro di promozione fatto, come l’inserimento dei beni culturali di Caccamo in portali come lonelyplanet (guida turistica tradotta in decine di lingue) ha visto un incremento dei suoi visitatori del 34,4%. Il 90% dei visitatori siciliani, invece, viene da Termini Imerese, mentre il restante 10% proviene dall’Agrigentino. Il costo del biglietto per vedere il Castello di Caccamo è di 4 euro per i turisti, di 1 euro per i residenti a Palermo e provincia, e gratis per chi ha meno di 18 anni e più di 65. «La nostra associazione – continua Aglialoro - si occupa di accoglienza, promozione turistica e offerta d’itinerari». Il tour dei castelli proposto dall’associazione comprende 8 castelli: Alcamo, Carini, Castelbuono, Mussomeli, Sperlinga, Vicari, Zisa e Caccamo, naturalmente. I prezzi variano in base al percorso scelto, per mezza giornata a Caccamo si possono spendere circa 50 euro, 70 per visitare il castello di Castelbuono e quello della Zisa. Tutti i percorsi sono comunque personalizzabili. Per quanto riguarda gli eventi culturali organizzati, Caccamo ne è colma: dal «Medioevo a lume di candela», che prevede la visita della zona duecentesca del paese, un circuito esterno del castello e delle sue terrazze, e infine una cena medievale ai piedi del castello oppure c’è la festa medievale organizzata lo scorso 18 agosto che ha visto la partecipazione di altre due realtà caccamesi: l’associazione «Gli sbandieratori» e i «Cavalieri di Castellana». La festa prevede la visita al castello con l'ausilio di guide in costumi d'epoca, alla Chiesa-salotto di San Benedetto alla Badìa presenziata da damigelle con abiti settecenteschi e all'antico mulino. Denominatore comune a tutto quanto è indubbiamente la cultura siciliana e come diceva Wolfgang Goethe: «L'Italia, senza la Sicilia, non lascia immagine nello spirito, soltanto qui è la chiave di tutto». E. MA.
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