PALERMO. Arti marziali e tecniche di rilassamento per i piccoli pazienti dell’Oncoematologia pediatrica dell’azienda Ospedaliera Civico di Palermo. L’opportunità è offerta grazie ai corsi promossi dall’associazione no profit Kids Kicking Cancer, che utilizza le tecniche e la filosofia proprie delle arti marziali per aiutare i bambini affetti da cancro e gravi malattie croniche ad affrontare e gestire meglio la propria patologia. Da due mesi gli operatori della Kids Kicking cancer seguono una ventina di bambini con due tipi di attività: una in day hospital, che prevede che i bambini facciano le terapie e poi ritornino a casa, la seconda svolta in reparto dove i bambini vengono ricoverati.
Il supervisore tecnico di KKC a Palermo, Sacha Pezzino, incontra ogni settimana i bambini del reparto di Oncoematologia e li allena i bambini facendogli fare una blanda attività fisica per il riscaldamento di spalle e mani e poi spiega loro come fare piccole e semplici tecniche di arti marziali e del karate come pugno o parata. «Il trucco è quello di far usare alcuni colpitori - spiega Pezzino - che sono uno strumento per far sfogare la propria ira» . Vengono insegnate anche tecniche di respirazione che aiutano i bambini ad affrontare diverse problematiche come quella reale della nausea.
«E’ capitato che mentre noi insegnavamo le tecniche di respirazione ai bambini in day hospital, uno di loro è stato chiamato dal personale sanitario per fare dei trattamenti. F. (questa l’iniziale del nome) ha dieci anni ed è stato chiamato per fare un prelievo endovenoso con un ago abbastanza grosso – racconta il coordinatore del progetto Kids Kicking cancer a Palermo Gianfranco Fontana – Poco dopo è tornato e ha ripreso l’attività con noi. La mamma e il bambino hanno garantito che durante il prelievo, nonostante la paura e il dolore, il piccolo F. non si è lamentato e non ha patito sofferenza, poiché aveva fatto l’attività con noi, ha trovato il modo di affrontare questa difficoltà».
Il karate che viene insegnato ai piccoli pazienti è adattato alle loro condizioni fisiche. Si lavora anche con bambini che sono obbligati a stare sulla sedia a rotelle, altri non possono stare in piedi perché molto debilitati. «Il bambino prova grande felicità o giovamento perché si sfoga quando colpisce con il pugno un colpitore – spiega Fontana - A volte gli facciamo associare al bersaglio un elemento che è particolarmente ostico al bambino come per esempio la siringa, l’ago o il dottore. Diventa un modo per esorcizzare le paure».
In soli due mesi gli operatori di KKC di Palermo hanno ottenuto alcuni risultati positivi: ci sono alcuni bimbi che vengono appositamente per fare lezione di karate in ospedale, come nel caso di un bimbo di sei anni che nonostante non debba andare il day hospital in reparto vuole andare lì perché vuole fare la lezione di karate. «Lo abbiamo conosciuto quando era ricoverato e ha lavorato da subito con noi – racconta Fontana - Inizialmente il bimbo soffriva di nausea e con gli esercizi che gli abbiamo insegnato è riuscito a contenere il suo problema, poi ci ha continuato a seguire quando doveva entrare in day hospital, ma già dal quarto incontro non sarebbe più dovuto tornare in ospedale ma ha deciso di venire lo stesso ai nostri incontri settimanali».
Michele Pizzini, vice presidente di Kids Kicking Cancer Italia, spiega che: «Negli Stati Uniti è stato fatto uno studio su 244 bambini che ha evidenziato come la soglia di percezione del dolore è migliorata dell’88% solo con dei semplici esercizi di respirazione. Siamo molto orgogliosi del risultato finora ottenuto, Palermo rappresenta un importante traguardo per la nostra associazione, in quanto si tratta del primo presidio nel sud Italia che ci consente di estendere ulteriormente il nostro programma, in linea con l’obiettivo di aiutare quanti più bambini possibile».