PALERMO. «Il coinvolgimento nell’attività fisica, anche durante le fasi della degenza, aiuta a vivere meglio le fasi del ricovero ed a superare alcuni degli effetti collaterali della malattia e del trattamento».
È quanto sostiene il direttore dell’unità operativa di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale Civico di Palermo, Paolo D’Angelo appoggia e sostiene il progetto dell’associazione «Kids Kicking Cancer». I bambini ed i ragazzi del Centro di Oncoematologia pediatrica del Civico hanno la possibilità, da alcuni mesi, due volte alla settimana, di ricevere lezioni dagli istruttori di arti marziali del progetto «Kids Kicking Cancer», sia in reparto, che in day hospital; questa motivazione, per certi versi ludica, invoglia i bambini ad andare in ospedale, ed anzi, alcuni di loro poi non vogliono andare via perché coinvolti anche in questa attività.
E’ importante che il bimbo abbia sempre nuove motivazioni per vivere al meglio il tempo che è obbligato a trascorrere in ospedale. L’obiettivo di questo progetto è anche quello di far distrarre e divertire, per quanto possibile, i piccoli pazienti alle prese con patologie gravi, tumori, leucemie, immunodeficienze primitive.
«L’attività sportiva, in generale, aiuta anche i bambini ed i ragazzi che abbiamo in carico in qualsiasi fase della malattia – continua il dottore D’Angelo - perché migliora il tono ed il trofismo muscolare, la cui riduzione è spesso legata alla scarsa mobilità ed al lungo allettamento quando il periodo del ricovero si allunga. I piccoli pazienti hanno il vantaggio rispetto agli adulti di recuperare in fretta la loro forma fisica. L’attività motoria aiuta sicuramente bambini e ragazzi a superare meglio gli effetti collaterali della chemioterapia. L’attività sportiva, ed in particolare le arti marziali, favoriscono il recupero o il mantenimento di una buona coordinazione motoria. Soprattutto i soggetti con tumore cerebrale, sottoposti a un trattamento, che quasi sempre è chirurgico, chemioterapico e radioterapico, possono avere diversi deficit della coordinazione motoria. Migliorare la loro capacità funzionale e mitigare gli esiti della malattia e del trattamento mette i bambini anche nelle condizioni di socializzare meglio».
Riportarli nelle condizioni di svolgere un’attività normale migliora complessivamente la qualità della vita di questi pazienti. S. I.