PALERMO. La cucina, intesa come cibo che compriamo per mangiare, non è in crisi, anzi tutt'altro. In cucina si stanno cercando di recuperare antichi valori, sapori e pietanze. Si cerca di mangiare i prodotti a chilometro zero e si mangiano cibi del territorio. Si vanno a scegliere ingredienti non inquinati e biologici.
«Mentre dal punto di vista sociale è invece scomparso il concetto di convivialità familiare ed anche amicale - spiega lo storico e giornalista Gaetano Basile -. Quando le persone devono vedersi cercano di andare a mangiare fuori spendendo poco. Se si facesse un invito a casa la moglie sarebbe sacrificata a fare la cuoca e per questo si sceglie spesso di andare in pizzeria».
Perciò è scomparso come ambiente della casa la camera da pranzo. C'è un cambiamento proprio nell'arredo, non si vendono camere da pranzo. «Anche le cucine stesse - continua lo storico palermitano - spesso sono relegate in un piccolo ambiente dove c'è un tavolo per tre persone massimo e c'è la onnipresente televisione che si sostituisce ormai allo scambio di idee e al raccolto di ciò che è successo durante la giornata. Oggi le cucine si chiamano 'office' dove c'è una cucina in una parete attrezzata e poi c'è un angolino per il tavolo e accanto il divano e la televisione. Il divertimento di cucinare tutti insieme con gli amici avviene in estate nei villini, in inverno no».
Insomma, questi momenti di convivialità sono sempre più sporadici: «Se si invitano persone è più facile che ognuno porti qualcosa da mangiare perché ormai siamo tutti poveri - conclude Basile -. Mangiare tutti insieme è gioia, ma è qualcosa che si fa sempre più raramente perché non siamo disperati e senza futuro». S. I.
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