Così lontani, così vicini. La Sicilia e l'Africa, storia di due universi che si sfiorano da sempre senza toccarsi mai. E dall’Isola la voglia di conoscere il fascino di un continente misterioso non muore mai. L’avventura, la scoperta di terre incontaminate e lontane da ogni elemento metropolitano, la savana, le mandrie di gazzelle e zebre in corsa, sono la principale preferenza per chi vuole una vacanza fuori dagli schemi. E cosa c’è di meglio se non un safari per scoprire l’Africa e i suoi luoghi magici e suggestivi? Obiettivo del safari è quello di avvistare la fauna selvatica in parchi o riserve, soprattutto nell’Africa orientale ed australe (Tanzania, Kenya, Sudafrica, Mozambico, Zimbabwe, Botswana, Namibia ecc), e si distingue dal safari inteso come battuta di caccia, motivo per cui viene anche chiamato safari fotografico o fotosafari.
In Swahili safari vuol dire «lungo viaggio» e, spesso, a causa della notevole estensione dei parchi e delle distanze che li separano, le escursioni diventano dei veri e propri viaggi. Si svolgono, infatti, in fuoristrada, nelle jeep o in pullmini 4x4. Le ore migliori sono quelle dell’alba o del tardo pomeriggio, ore in cui i predatori sono più attivi e le condizioni per la fotografia sono migliori e, soprattutto in estate, quando la temperatura è più gradevole. Un’esperienza che lascia il segno e che catapulta coloro che la provano, in un'altra dimensione. «Il safari è un’esperienza da fare almeno una volta nella vita – racconta Roberta D’Angioli, che ha partecipato ad un safari in Tanzania -. Siamo stati al parco del Ruha, su una jeep. L’emozione è forte. L’adrenalina e la paura nel vedere i leoni a pochi metri, rendono tutto magico».
Nella maggior parte dei parchi si trovano aree di sosta protette in cui è possibile scendere dal veicolo ma, in generale, il safari consente incontri anche molto ravvicinati con animali pericolosi e grandi felini, che difficilmente assalirebbero un veicolo chiuso; si mantengono, invece, rispettose distanze da elefanti, rinoceronti e grossi bufali.
Secondo l’agenzia Noema Viaggi S.r.l. di Palermo, «in Sudafrica è meglio andare in inverno, per via delle temperature, mentre in Kenya è preferibile andare in estate, destinazione, tra l’altro, che da molti anni ha un flusso di turisti italiani consolidato». Un ritorno alla natura primitiva che non si lascia addomesticare nemmeno dai lodge di lusso. «I clienti che non vogliono farsi mancare nulla – secondo l’agenzia Noema Viaggi – dormono nei lodge, degli accampamenti di lusso a 5 stelle».
I prezzi sembrano poco competitivi, ma tutto dipende dalla durata del soggiorno e dai luoghi che si vuole visitare. «Le mete più richieste sono Kenya, Tanzania e Sudafrica – dice Joe Rosano dell’agenzia Capeland di Palermo -. La più economica è sicuramente il Kenya, richiesto anche per soggiorni mare. È infatti possibile creare dei combinati di 3 giorni di safari più 5 giorni a mare. Se si parte in bassa stagione, da gennaio a marzo, si parte dai 1.300 euro a persona. Ma è chiaro che ciò che costa di più in questo genere di viaggi è il volo». Per la Tanzania e per il Sudafrica, invece, si parte rispettivamente dai 2.000 ai 3.000 euro a persona per soggiorni di una settimana, volo di linea compreso. «Il Sudafrica – continua Rosano – è la metà più cara, ma è un paese che ha tutto. Johannesburg è una città modernissima, con grattacieli e con uno stile prettamente occidentale. Il parco del Kruger è il più famoso per i safari: lo consigliamo a tutti i nostri clienti». Per quanto riguarda le vaccinazioni, in tutte le zone safari è consigliata la profilassi antimalarica, soprattutto ai bambini e in base alla stagione. «Consigliamo di andare in Africa durante il nostro inverno, quando da loro è estate e c’è meno presenza di zanzare», conclude Rosano.
Voglia di Safari in Africa Kenya, boom di richieste
Escursioni tra gli animali a bordo di fuoristrada, jeep o pullmini 4x4. Consigliato il vaccino contro la malaria soprattutto per i bambini
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