PALERMO. Un rientro alla grande per Rita Pavone, un ritorno «alle origini» per quella cantante che, oggi, a 68 anni, si «mette alla prova da sola, realizzando un progetto in cui speravo da cinque decenni». Il lavoro di cui parla con firerezza è Masters (Sony Music), uscito ieri, in cui gratifica se stessa, avverando il sogno inseguito per 50 anni. A 19 anni di distanza dall'ultimo album di inediti e a 8 anni di totale assenza dalle scene, si fa un regalo riproponendo, con una voce strepitosa, 15 pezzi di «maestri eccezionali» della musica internazionale del Novecento, «masters» per l'appunto. Un disco trasversale, che spazia dal rock’n’roll allo swing, mescolando linguaggi plurimi dal sound curatissimo per una Pavone dalla versatilità tutta da (ri)scoprire. Non solo la cantante de La partita di pallone o del Geghegè, ma anche l’interprete grintosa o raffinata di un revival che viaggia tra note arrangiate su sonorità attuali da I want you with me (primo singolo estratto), a Lazy River, a By myself. Le musiche di Woody Harris, Bobby Darin e Libby Holden, tra gli altri, muse ispiratrici della sua carriera, riprendono vita in questo doppio cd tutto da ascoltare, anche nella versione tradotta in parte da lei, in parte in collaborazione con Dario Gay, Franco Migliacci, Lina Wertmuller ed Enrico Ruggeri. «Questo è un lavoro tutto mio, dalla scelta delle canzoni a quella dell'arrangiatore, Enrico Cremonesi, che ha vestito le canzoni di un abito musicale strepitoso. Masters è un ritorno al passato, alla mia adolescenza. Un altro Masters dopo questo? Perché no? La musica è la cornice della mia vita».
Torna la Pavone con un disco di classici del ’900
A 19 anni dall’ultimo album, il ritorno di Rita tra classe e grinta
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